Pd, Zingaretti: dimissioni da segretario

"Mi vergogno che si parli solo di poltrone. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità". Choc tra i dem, tutti all'oscuro della decisione

L'ormai ex segretario del Pd, Nicola Zingaretti

L'ormai ex segretario del Pd, Nicola Zingaretti

Roma, 4 marzo 2021 - Zingaretti annuncia le dimissioni. "Lo stillicidio non finisce - scrive su Facebook -. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c'è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni". E ancora: "Visto che il bersaglio sono io, per amore dell'Italia e del partito, non mi resta che fare l'ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L'Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili". 

"Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie". Poi aggiunge: "Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l'ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova".

"Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull'Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere", sottolinea. "Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd".

Giuseppe Conte: "Spiace, Zingaretti leader solido e leale"

Tutti all'oscuro nel Pd

Choc tra dirigenti e parlamentari dem dopo il 'terremoto'. Nessuno, spiegano diversi esponenti anche di maggioranza, era stato informato della decisione del leader. C'era attesa per l'assemblea nazionale del 13 marzo per capire come affrontare le tensioni interne e la richiesta della minoranza di fare il congresso, che il segretario Pd aveva già respinto nell'ultima direzione. Ma nessuno si immaginava un gesto così eclatante da parte del segretario.

Delrio: ritroviamo insieme la strada

Il capogruppo dei Dem alla Camera, Graziano Delrio: "In un momento così grave e difficile per il Paese il Pd ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada".

Ricci: resti, l'assemblea lo riconfermi

Tra i primi interventi anche quello di Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd: "Comprensibile e condivisibile lo sfogo di Zingaretti, ma Nicola deve rimanere e continuare il suo mandato con la rinnovata spinta dell`Assemblea. Non si può delegittimare ogni volta il leader di turno, men che meno in questa fase di crisi sanitaria ed economica. Le beghe interne avrebbero dovuto essere relegate sullo sfondo, invece hanno prevalso sui temi e sulle scelte strategiche, sulle grandi sfide del futuro. Il Pd parli al paese discutendo profilo, indentita` e missione nel nuovo governo Draghi".

Zanda: l'assemblea respinga le dimissioni

"Nicola Zingaretti ha guidato il Partito democratico con grande responsabilità in due anni terribili. L'ha tenuto unito in fasi difficili e complesse del Paese ed io gliene sono particolarmente grato. Conoscevo e comprendo le sue amarezze. Ma credo che l'Assemblea del partito debba respingere all'unanimità le sue dimissioni. Il Partito democratico ha un ruolo molto importante nel sistema politico italiano ed ha bisogno del suo Segretario'', dice il senatore Luigi Zanda.

"Gesto di grande responsabilità"

Parlano di "gesto di grande responsabilità" sia Cecilia D'Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle Donne Pd, sia la senatrice Monica Cirinnà. Quest'ultima attacca poi la minoranza del partito che "con grande spirito unitario, Nicola aveva coinvolto a tutti i livelli, fino alla segreteria nazionale". "Lor signori sappiano che non l'avranno vinta semplicemente perché i loro motivi non sono né politici né valoriali: dicano apertamente che vogliono il congresso solo per determinare un nuovo posizionamento 'al centro' e per conquistare il potere di fare le prossime liste per quando si voterà, forse tra un anno. Il nostro popolo a gran voce sta chiedendo a Nicola di ripensarci, di restare al comando di questa nostra nave che sta faticosamente affrontando la 'tempesta perfettà voluta dai nostri nemici esterni ed interni", dice Cirinnà - Partecipiamo con sofferenza al governo Draghi, che percepiamo come parzialmente estraneo, ma che dobbiamo sostenere lealmente per il bene dell'Italia scossa dalla pandemia".

Guerini: "Spero ci ripensi"

"Mi auguro davvero che Zingaretti ci ripensi e ritiri subito le sue dimissioni. Abbiamo tra pochi giorni un'Assemblea durante la quale, come sempre abbiamo fatto, discuteremo del futuro del nostro partito e anche del suo contributo fondamentale all'azione del Governo in un momento delicatissimo per il Paese. In un grande partito come il nostro e' normale e legittimo che convivano posizioni diverse. Cio' di cui sono certo e' che tutti abbiamo a cuore il Pd e ci sentiamo responsabili verso l'Italia e gli italiani", scrive in una nota, il ministro Lorenzo Guerini.