M5S, le indecisioni di Conte? Specchio di un Movimento che ha perso la coscienza di sé

A chi parlano adesso i grillini? Quali interessi rappresentano? Chissà

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte (Ansa)

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte (Ansa)

Al di là degli aspetti contingenti, il vero problema dei Cinquestelle è di aver perso il senso della propria proposta politica. Fuori dal politichese, non sanno bene più chi sono. E non c’è cosa peggiore per chi deve chiedere il consenso altrui: se non sai a chi ti rivolgi, quali interessi rappresenti, di quali idee o valori sei portatore, come fai a esprimerti? Senza un orizzonte culturale, un punto di riferimento, la politica è solamente la ricerca di un consenso effimero, quindi per forza volatile e rapido, che nasce e muore nel giro di poco. Una tendenza che era insita nella nascita del Movimento, sorto con l’ambizione di non essere né di destra né di sinistra per dar vita a un certo tipo di civismo post-politico, una specie di "terza via" rispetto alle grandi categorie novecentesche, ma che nel tempo è andata scolorandosi. Destra e sinistra saranno forse superate, ma il posizionamento rispetto a certi temi fondamentali del dibattito politico rimangono obbligati. Ecco, i grillini proprio qui si sono persi, hanno fallito la loro scommessa, restando sballottati nel gioco quotidiano del dibattito pubblico.

Le condizioni di Conte a Draghi: aiuti alle famiglie e più collegialità

Le indecisioni di Conte sono in parte dovute al carattere dell’uomo, eterno indeciso, ma in buona parte alle troppe anime presenti del Movimento, spaccato su tutto perché disorientato rispetto a tutto. A chi parlano adesso i cinquestelle? Al mondo che gravita intorno alla protesta sociale, agli esclusi, alle periferie? Se fosse così si giustificherebbe l’opzione più radicale, quella di lasciare Draghi. O parlano ai ceti medi, quelli magari più sensibili ai temi dell’innovazione, dell’ambientalismo, del civismo, e allora la scelta di restare apparirebbe più comprensibile? Ecco, l’orizzonte incerto di queste ore è il frutto di questo smarrimento, e il sintomo di un fallimento politico, non aver saputo elevare il moto di protesta e "di popolo" culminato nel successo del 2018 in una proposta organica e stabile, al limite non per forza di governo ma certamente compiuta.