M5s, Di Maio sfiduciato. Il ministro: attacchi a me mettono il governo in difficoltà in Ue

Vertice concluso dopo oltre 4 ore. Conte: "Forte rammarico" per le parole del responsabile degli Esteri. Salvini: queste liti sono un problema per l'esecutivo

Roma, 20 giugno 2022 - Caos 5Stelle: tutti si aspettavano la 'cacciata' del ministro Luigi Di Maio. Ma il responsabile degli Esteri, nel duello con il leader del movimento Giuseppe Conte, per ora sarebbe 'scomunicato'.  In altre parole, sfiduciato. Così, da quanto trapela, si è chiuso oltre l'una di notte il Consiglio nazionale. Mentre giovedì è atteso a Roma il fondatore del movimento, Beppe Grillo.

All'ordine del giorno del Consiglio convocato d'urgenza da Conte c'era la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro.

La strada sembra segnata. "Non ci sono margini per ricucire nulla, il tema è come e chi la chiude, bisogna capire se Luigi Di Maio sa dove andare e se vuole farsi cacciare": una fonte di primo piano del Movimento 5 stelle, più defilata rispetto alle prime linee in trincea dei fedelissimi di Conte e del ministro degli Esteri, aveva liquidato così ogni dubbio sull’esito della rottura. 

Guerra totale

La domenica è stata segnata dagli ormai quotidiani cannoneggiamenti reciproci. Ma Di Maio, da giorni al centro di un acceso dibattito per le sue posizioni in tema di guerra in Ucraina, non desiste. “I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono - accusa - di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue”. Non mancano le voci a suo favore. Diverse fonti interne, appartenenti ai due campi in lotta, escludono che stasera il Consiglio nazionale possa arrivare a sanzionare Di Maio, competenza dei Probiviri cui eventualmente potrebbe essere segnalato il caso. “A maggior ragione visto lo strappo con Di Maio, Conte si muoverà con prudenza, non può andare apertamente contro Draghi”, segnala uno degli osservatori meno schierati.

Lo scenario più probabile

Giuseppe Conte si è detto molto rammaricato dalle parole usate dal titolare della Farnesina sulla sua stessa forza politica. E, alla fine, ha dovuto mediare tra l’ala più dura del M5s, secondo cui il il ministro degli Esteri si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti e chi invece spinge per ricomporre la frattura.

Gli sherpa della maggioranza tornano a riunirsi lunedì e il tanto discusso “no” al nuovo invio di armi in Ucraina “non ci sarà - ragiona un parlamentare dimaiano - anche se Conte l'ha detto per un mese sui palchi”. Per il dopo, restano da misurare le forze in campo: sono molti i parlamentari, specie alla Camera, che non apprezzano molto la gestione del Movimento affidata a Conte, “ma non tutti sono dimaiani, e ancor meno sono pronti ad esporsi subito in una eventuale scissione”, raccontano a Montecitorio. Quindi non è certo che il ministro degli Esteri sia in grado di formare un gruppo parlamentare, se dovesse decidere di uscire spontaneamente. Ma questo è un altro capitolo della storia, ancora tutto da scrivere.   

L'attesa di Beppe Grillo

Giovedì è atteso a Roma il fondatore del M5s, Beppe Grillo. La linea del fondatore sarebbe quella di attendere che sia lo stesso Di Maio a decidere per l'addio. E la cosa in queste ore appare più che mai realistica.

Le parole di Giuseppe Conte

L’ex premier Conte durante il vertice avrebbe espresso “forte rammarico” per le esternazioni del titolare della Farnesina. Un intervento, quello di  Conte, che viene definito “molto equilibrato” da fonti pentastellate. Almeno per ora, quindi, nessun provvedimento di espulsione nei confronti di Di Maio, nonostante il tema delle sanzioni disciplinari sia stato ‘evocato’ (anche se non esplicitamente, riferiscono le stesse fonti) da alcuni partecipanti alla riunione.

Le parole di Di Maio

"La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei - aveva ricordato il capo della Farnesina -. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l'Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici". E ancora: "Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista", ribadisce.

"Tutti - aveva proseguito Di Maio - cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l'Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l'esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l'export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l'aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese". 

Le parole di Salvini

"Non lo so, sono impegnato a seguire le tematiche delle famiglie, non metto becco in casa altrui. Sicuramente è un problema per il governo e per l’Italia se vanno avanti a litigare per giorni’’. Così commenta il leader della Lega Matteo Salvini a Zona Bianca su Retequattro.

Le parole di Calenda

Mentre Carlo Calenda, segretario di Azione, a In Onda su La7 attacca: "Fa impressione soprattutto ascoltare Di Maio definirsi ‘vittima di odio’. E pensare che quando ero ministro mi defini “al soldo delle multinazionali del gas’ perché volevo fare il Tap, che poi si è comunque fatto, e il gas da Israele, che poi lui ha cancellato. Credo che ci sia come la legge del contrappasso: è vittima di un sentimento che ha praticato per tanti anni”. 

Da destra, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte
Da destra, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte