Salvini: "Governo con M5s fino a dicembre, no premier tecnico"

Ma Toninelli lo gela: "Ha sprecato la sua occasione". Di Maio: esecutivo di tregua? Traditori. Lite Renzi-Franceschini Lunedì nuove consultazioni: il calendario

Matteo Salvini e Luigi Di Maio (Ansa)

Matteo Salvini e Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 4 maggio 2018 - E' massima l'incertezza sul nuovo giro di consultazioni convocato per lunedì dal presidente Sergio Mattarella nella speranza di sbloccare lo stallo e arrivare alla formazione - magari - di un 'governo di tregua'. Un'ipotesi che incontra l'appoggio del Pd, anche se con le dovute cautele ("no a Di Maio o Salvini premier", dicono Ettore Rosato e Matteo Orfini), ma riapre lo scontro con i Cinque Stelle. Insorge Luigi Di Maio che definisce gli altri "partiti traditori del popolo" e avverte: "Se esclusi, il M5s chiamerà in causa i cittadini non solo con il voto, ma anche in altri modi...".

M5S - Un secco "no" arriva dai Cinque Stelle. In primis dal capogruppo in Senato, Danilo Toninelli: "Questi governi tecnici, di tregua, di transizione, del presidente sono fatti per tirare a campare, preferisco andare a votare". Più duro nei toni il leader politico Luigi Di Maio. "Io spero che non ci sia opposizione, e che si vada al voto il prima possibile - afferma -. Se metteranno il presidente Mattarella in condizione di individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati i traditori del popolo". E ancora: "Non esiste tregua per i traditori del popolo, questo deve essere chiaro. Ma non per il presidente che è stato fin troppo paziente. Avevano l'opportunità".

GRILLO -  "Oggi siamo nella post-democrazia. C'è stato un colpo di Stato al contrario. Hanno utilizzato la democrazia per distruggerla", dice invece Beppe Grillo in un'intervista al mensile francese Putsch. "In realtà - continua il fondatore del M5s - a causa di una legge elettorale, ci siamo ritrovati, già lo sapevamo, in un'impasse. La legge è stata decisa a tavolino per impedirci di governare. Allora, cos'è la democrazia? Non lo so, ma la democrazia dovrebbe consentire a chi prende più voti di governare". Grillo torna anche su uno dei vecchi cavalli di battaglia del Movimento: "un referendum per la zona euro". "Voglio che il popolo italiano si esprima. Il popolo è d'accordo? C'è un piano B? Bisogna uscire o no dall'Europa?", dice ancora. "Tutti i trattati che sono stati firmati erano giusti - continua - ma sono stati deformati dai regolamenti. Se siamo un'unione di Paesi, dobbiamo condividere. Perché ci sono due economie, quella del nord e quella del sud. E noi, gli italiani, siamo nel sud".

RENZI - E nel dibattito si inserisce anche Matteo Renzi che si dice "orgoglioso" di aver fatto saltare l'accordo con il Movimento. "Per due mesi hanno fatto i bravi, 'gli istituzionali'. Oggi capiscono finalmente di non avere i numeri per Palazzo Chigi e quindi sbroccano - scrive l'ex segretario dem sui suoi profili social -. Beppe Grillo addirittura torna a proporre referendum sull'Euro e accusa gli altri partiti di colpo di Stato per la legge elettorale". "Il Pd torna a essere un partito di delinquenti, non più il compagno di strada verso il Governo - prosegue il senatore - Quando vedo certe capriole, sono orgoglioso di aver contribuito - insieme a tanti altri militanti - a evitare l'accordo tra il Pd e i Cinque Stelle. La coerenza vale più delle poltrone". 

FRANCESCHINI - Parole che però aprono il fronte delle critiche interne ai democratici. "Penso che la riflessione di Renzi sia superficiale e sbagliata - dice in merito Dario Franceschini -. Proprio il fatto che Grillo e 5 Stelle tornino, fallita una prospettiva di governo e avvicinandosi le elezioni, ai toni populisti e estremisti, dimostra che avremmo dovuto accettare la sfida di un dialogo proprio per portarli a rapportarsi con la realtà di un'azione di governo reale che non si affronta con grida e slogan".

LA REPLICA DI DI MAIO - E non si fa attendere nemmeno la replica a Renzi da parte di Di Maio. "Renzi dovrebbe sapere che sono i cittadini ad aver sbroccato il 4 marzo quando hanno dimezzato i voti al suo partito. Non gli è bastato?!", tuona. "Grillo è uno spirito libero e lo conosciamo, ma la linea sull'Europa e sull'euro resta sempre quella: cambiare tutto. Ovviamente ce lo devono far fare" - aggiunge, arrivando a Montecitorio -. Ma voglio essere chiaro: escludere il Movimento dal governo significa non chiedere ai cittadini cosa deve fare l'Italia, ma non su euro e su Europa ma su chi la debba governare. Noi lo abbiamo fatto chiedendo il voto subito, ma è chiaro che poi il Movimento lo farà anche in altri modi...".

SALVINI - Nel tutti contro Renzi scende in campo anche Matteo Salvini, che ribadisce il suo "no" a un accordo con l'ex premier. "Dove c'è il Pd, dove c'è Renzi e i renziani non ci sono io", dice. "Se di governo tecnico, di scopo o istituzionale, l'incarico va dato partendo da chi ha vinto le elezioni, escludo qualsiasi tecnico alla Monti. E ribadisco l'invito a M5S come fare insieme un governo a tempo per fare poche cose e bene", dice il segretario della Lega anticipando in conferenza stampa cosa chiederà lunedì al capo dello Stato. Un esecutivo, continua il numero uno del Carroccio, "che si faccia carico di fare in fretta e bene poche cose: una legge elettorale che mandi al governo chi prende un voto in più, bloccare Iva e accise rispettando parametri europei, andare a Bruxelles a dire che prima viene l'interesse nazionale, iniziando a respingere il nuovo bilancio Ue". Quanto alla durata Salvini ha le idee ben chiare: "fino a dicembre".

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TONINELLI - Ma è ancora una volta Toninelli a intervenire e a gelare il leghista. "Salvini ha sprecato la migliore occasione della sua vita per fare governo, altro che di sei mesi. Poteva fare un governo con M5s ma ha deciso di stare con il pluricondannato Silvio Berlusconi", ha detto il capogruppo del M5s al Senato.