Metamorfosi Di Maio, cosa diceva del Pd e cosa dice ora

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Di Maio (Imagoeconomica9

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Roma, 25 aprile 2018 - Il Movimento 5 Stelle è pronto a trattare coi dem. Di Maio chiude a Lega e Centrodestra e inaugura la linea morbida verso il Pd, il "secondo forno" possibile per formare un governo. Un netto cambio di rotta rispetto a pochi giorni fa, quando ancora l'asse con il Carroccio sembrava il più probabile. Ma ora "Matteo Salvini ha deciso di condannarsi all'irrilevanza per rispetto del loro alleato invece di andare al governo per rispetto degli italiani". Ed ecco dunque che l'ultima chance per evitare esecutivi istituzionali o il ritorno al voto è un'intesa a sinistra, con coloro che da sempre sono dipinti come i 'rivali' del Movimento. Va da sé il capovolgimento dei toni: se fino a pochi mesi fa per Di Maio il Pd era il "partito di miserabili", adesso diventa l'interlocutore per un tavolo comune. L'ex presidente della Camera ieri, dopo l'incontro con Fico, ha detto di apprezzare "le parole del segretario del Partito democratico, Martina", che si era appena detto disponibile a un dialogo con i 5 Stelle, a patto che fosse archiviata del tutto l'ipotesi di un accordo M5s-Lega. "Sono parole - ha detto Di Maio  - che vanno nella direzione di una apertura". E se la distanza dai democratici, per le profonde differenze e i trascorsi, c'è ancora tutta, "sui temi noi ci siamo". Sono tanti in queste ore a sottolineare la metamorfosi nell'atteggiamento del candidato premier grillino verso il Pd, recuperando dall'archivio frasi e espressioni usate da Di Maio nel passato recente per rivolgersi ai dem. Dalla campagna elettorale, alla ricerca di un compromesso: ecco com'è cambiato il linguaggio del delfino di Grillo e Casaleggio.   

PRIMA 

"Il pd è un partito di miserabili che vogliono soltanto la poltrona" (gennaio 2018)

"Il Pd sta con le banche, manda sul lastrico i risparmiatori" (febbraio 2018)

"Renzi ha preso i soldi da mafia capitale" (febbraio 2018) 

"Gli impresentabili sono nelle liste di un un centrosinistra che ha rinnegato la lezione di Berlinguer sulla questione morale" (febbraio 2018)

"Escludo categoricamente qualsiasi alleanza. Il Pd è impresentabile per sua stessa natura" (febbraio 2018)

"Le misure economiche del Pd sono infami" (marzo 2018)

DOPO 

"La guerra è finita, nessun veto su Renzi. Diamo un governo all'Italia" (aprile 2018)

"Io mi rivolgo a un Pd nella sua interezza che ha tutti gli strumenti interni, democratici, per arrivare a un tavolo e dire: firmiamo un contratto"  (aprile 2018)

"La mia intenzione non è spaccare le forze politiche, stiamo aspettando le evoluzioni interne"  (aprile 2018)

"Col Pd profonde differenza ma sui temi noi ci siamo"  (aprile 2018)

"Chiedo al Pd di venire al tavolo non subito a firmare il contratto ma a verificare se ci siano i presupposti per metterlo in piedi"  (aprile 2018)

"Capisco i tempi interni del Pd, conosco le loro dinamiche e i loro organi decisionali, rispetto quei tempi, però è chiaro che dobbiamo vederci per sapere se ci sono i presupposti. Ci facciano sapere quando sono disponibili"  (aprile 2018).