Governo, Di Maio: "Discorso con Lega chiuso". Pd apre

Le delegazioni dei due partiti a colloquio con Fico. Il leader grillino: "Mettiamoci a un tavolo". Martina: "Noi disponibili se confermato no a Centrodestra". Dem spaccati: e i militanti lanciano l'hashtag #senzadime IL PUNTO - Su Pd-M5S l'incongnita Renzi - di P. DE ROBERTIS Di Maio molla Salvini: non vuole governare - di E.G.POLIDORI IL PUNTO Fico, ultima chiamata - di P.F.DE ROBERTIS Di Maio: ecco il nostro contratto in 10 punti per l'Italia

Roma, 24 aprile 2018 - "Qualsiasi discorso con la Lega si chiude qui". Così Luigi Di Maio dopo l'incontro dei rappresentanti M5s con il presidente della Camera Roberto Fico, incaricato da Mattarella di verficare le possibilità di un'intesa tra grillini e dem per la formazione del nuovo governo. "Profonde differenze e trascorsi ci separano dal Partito Democratico", ma "sui temi noi ci siamo", dice il candidato premier del Movimento. Un'apertura netta ai dem che, tramite il segretario Martina, si erano appena detti "disponibili a valutare il fatto nuovo della fine di qualsiasi tentativo di un accordo tra M5e e Lega e centrodestra". 

Di Maio: "Con Lega discorso chiuso"

DI MAIO - "Sono passati 50 giorni, abbiamo provato in tutti i modi e forme con la Lega a firmare un contratto di governo - ha spiegato in conferenza stampa di Maio (al fianco dei capigruppo Grillo e Toninelli) - ma Matteo Salvini e la Lega hanno deciso di condannarsi all'irrilevanza, per rispetto dei suoi alleati, invece di andare al governo nel rispetto degli italiani". Tramontata "del tutto" l'ipotesi di un governo con il Centrodestra, il Movimento si rivolge a sinistra. "Siamo disponibili a discutere di tempi con il Pd - ha detto Di Maio, precisando comunque che "qualsiasi contratto sarà sottoposto al voto degli iscritti della piattaforma Rousseau". E poi chiede un faccia a faccia. "Chiedo al Pd di venire al tavolo non subito a firmare il contratto ma a verificare se ci siano i presupposti per metterlo in piedi".  Il Movimento non darà la fiducia "a governi tecnici, del presidente, governi di garanzia, di scopo e chi più ne ha più ne metta". Dunque, se dovesse fallire anche questo 'forno', l'unica strada è il "ritorno al voto".

"Se fallisce con Pd, ritorno a voto"

SALVINI - Pronta la replica di Matteo Salvini. "Di Maio mi accusa di essere irrilevante? Forse voleva dire coerente e leale, visto che lavoro da 40 giorni per formare un governo fedele al voto degli italiani - dice il leader del Carroccio chiamato in causa dal candidato premier 5 Stelle - Amoreggiare con Renzi e con il Pd pur di andare al potere mi sembra invece irrispettoso nei confronti degli italiani e dei propri elettori". 

Da 'incarico esplorativo' a 'forni': il dizionario della crisi - di E. M. COLOMBO

Martina apre a M5s: "Percorso possibile" 

MARTINA - "Abbiamo detto al presidente Fico che dopo 50 giorni di questa situazione che abbiamo tutti osservato e vissuto ovvero l'impossibilità e incapacità di arrivare a una proposta di governo praticabile dal lato delle forze che hanno prevalso il 4 marzo noi siamo ovviamente disponibili a valutare il fatto nuovo se verrà confermato quanto pronunciato da M5s poche ore fa, ovvero l'impossibilità di un accordo fra M5s, Lega e centrodestra", ha detto Martina al termine dell'incontro durato circa un'ora con Fico. "Con spirito di leale collaborazione, non nascondendoci le diversità e punti di partenza differenti anche dal punto di vista programmatico su temi essenziali, ci impegniamo ad approfondire questo possibile percorso di lavoro comunque coinvolgendo i nostri gruppi dirigenti", ha proseguito il segretario reggente dei dem.

"La direzione nazionale deve essere chiamata a valutare, approfondire discutere ed eventualmente deliberare un percorso nuovo che ci coinvolga", ha aggiunto. "Siamo a un passaggio di fase potenziale - ha preseguito - aspettiamo vere risposte su questi temi fondamentali. Attendiamo di capire gli sviluppi e lo faremo con il massimo della disponibilità sempre tenendo fermi i nostri atteggiamenti di queste settimane chiarezza, coerenza e responsabilità nel riconoscimento della fase che il Paese sta attraversano".

Martina ha tuttavia ribadito che "l'asse di riferimento fondamentale gira attorno al programma del Pd" e alle tre sfide già fatte presenti durante le consultazioni: "una nuova agenda europea; il rinnovamento della democrazia, al di là della deriva plebiscitaria; le politiche del lavoro e di contrasto alla povertà e alle diseguaglianze", rispettando "gli equilibri di finanza pubblica".

image

PD DIVISO - Sull'apertura al Movimento 5 Stelle frena il presidente Pd Matteo Orfini. "Mi arrivano in queste ore molti messaggi di nostri elettori che chiedono chiarimenti sull'incontro con Fico - scrive su Facebook -. Oggi abbiamo semplicemente detto che una eventuale apertura a un governo politico col m5s dovrà essere discussa in direzione. Perché noi siamo un partito e le decisioni le prendiamo negli organismi e non sulla base di una telefonata del Casaleggio di turno".

Per il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, "le posizioni programmatiche espresse da sempre dal Movimento 5 Stelle sono molto, molto, molto distanti dal Partito Democratico". "Non sono ottimista, non vedo le condizioni perchè i programmi si possano allineare, ma le sorprese in politica sono sempre dietro l'angolo", aveva detto in mattinata a Radio Anch'io. E, sempre in mattinata, erano arrivati anche i tweet (ironici) di Carlo Calenda. "Vedo serio rischio che Pd sia troppo antisistema per allearsi con M5S attuale", ha scritto il ministro dello Sviluppo economico che ha anche fatto un bilancio dei primi 50 giorni post elezioni. 

Più possibilista, invece, Dario Franceschini. "Bisogna tentare questa strada senza pregiudiziali. Mettiamo in campo le proposte del Pd come ha iniziato a fare Martina. Vediamo se c'è uno spazio di confronto basato sui programmi - aveva detto il ministro dei Beni culturali in un'intervista a Repubblica -. Certo, se ci rivolgiamo solo alle spalle, è chiaro che la collaborazione è impensabile. Ma dobbiamo guardare avanti". 

I MILITANTI LANCIANO #SENZADIME - Intanto si mobilita la Rete. #Renzitorna è il nuovo hashtag che impazza su Twitter tra i militanti Pd che auspicano il ritorno dell'ex segretario alla guida del partito. Alcuni degli utenti uniscono #Renzitorna a #senzadime, l'hashtag lanciato per dire no all'ingresso dei Dem in un governo con il Movimento 5 stelle.

DIREZIONE PD PROSSIMA SETTIMANA - La Direzione nazionale del Pd potrebbe essere convocata già lunedì per esaminare la possibilità di una alleanza tra il Nazareno e M5S, qualora Luigi Di Maio sancisse il divorzio con Matteo Salvini. Secondo quanto si apprende, i giorni utili per convocare la direzione vanno da questo venerdì fino a mercoledì prossimo, ma i giorni più probabili sono lunedì o mercoledì, visto anche il ponte del 1° maggio. Giovedì il presidente della Camera dovrà riferire a Sergio Mattarella, ma l'evolversi della situazione, dopo le consultazioni con il Pd, porta alcuni a non escludere l'ipotesi che si possa chiedere del tempo supplementare. 

Di Maio molla Salvini: non vuole governare - di E.G.POLIDORI 

M5S - Il M5s riunirà i gruppi parlamentari per un'assemblea congiunta per discutere della nuova ipotesi di trattativa per una maggioranza di governo con il Pd. L'assemblea è stata convocata per giovedì 26 aprile alle 19,30.