Letta e Meloni a confronto in tv: esplode il caso. Ira di Renzi e Calenda

Botta e risposta Conte-Letta. Il leader M5s: "Esci dalla nostalgia di Draghi". Pd, La Regina si sfila in Basilicata: entra Amendola

Roma, 20 agosto 2022 - Frecciate incrociate e malumori per nulla celati sul confronto tv che vedrà opposti Enrico Letta e Giorgia Meloni il 22 settembre nello studio Rai di Bruno Vespa. Terzo polo in agitazione, mugugni anche tra i Cinque stelle. La strategia del segretario Pd è chiara:  circoscrivere la sfida elettorale a duello. Una linea che sicuramente non turba la Meloni, ma che ha innescato la reazione delle altre forze politiche che si sentono così messe all'angolo. "Il confronto tv va fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte", dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Se poi Meloni vuole mandare Berlusconi o Salvini sono problemi suoi ma il confronto va fatto tutti e quattro insieme". Quindi l'appello alla presidente Rai e al direttore generale della Rai affinché "non ci siano scherzi su questo, il confronto televisivo va fatto tutti e quattro insieme". 

Elezioni, Conte: M5s al governo col Pd? Ci può stare

Nel pomeriggio "Porta a Porta" diffonde una nota in cui chiarisce che alla prima serata della trasmissione di giovedì 22 settembre che - conferma - ospiterà il faccia a faccia di un'ora tra il segretario dem e la leader di Fdi "sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda". E spiega: "Ciascuno sarà intervistato per mezz'ora con modalità da stabilire. Porta a Porta è pronta ad ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni". 

Calenda è furibondo, ma Letta tira dritto: quello con la Meloni è l'unico confronto elettorale possibile anche perché, a dispetto di una "pessima legge elettorale voluta da Matteo Renzi, quello che si delinea è uno schema bipolare" nel quale i due partiti con più consenso risultano essere proprio Pd e Fratelli d'Italia.

Conte-Letta

Botta e risposta tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta. Oggetto del contendere la ferita mai ricucita della caduta del governo Draghi. Ad accendere la miccia il segretario Pd: "Esattamente un mese fa, quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il Governo Draghi, stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il carovita", dice in un video sui social. "Per tornare al voto l'hanno impedito. Noi vogliamo farlo: la proposta è nel nostro programma", aggiunge.

A stretto giro la replica via Twitter del leader M5s. "Caro Enrico, possiamo anche illuderci che con Draghi 'sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno'", scrive citando la celebre canzone di Lucio Dalla. "Esci dalla nostalgia, la realtà dell'agenda Draghi sono 6 euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar". 

Nella schermaglia interviene anche Calenda che stuzzica Letta: "Per questo hai imbarcato chi non ha mai votato la fiducia a Draghi? Per questo fino a un mese fa parlavi dell'indissolubilità dell'alleanza con i 5S? Per questo ti allei in Sicilia con i 5S? Coerenza a giorni alterni. Basta prendere in giro gli italiani".  E a sorpresa a difendere il segretario Pd è il pentastellato Stefano Buffagni, che ironizza: "Calenda che parla di coerenza è come se io parlassi di dieta. Zero credibilità".

Pd, Amendola capolista in Basilicata

Svolta nel caso Amendola. Il sottosegretario agli Affari Europei verrà candidato come capolista in Basilicata alla Camera, e non in Campania come era stato annunciato nei giorni scorsi. Questa la richiesta di Letta, come riferiscono fonti del Nazareno. Amendola, a cui doveva essere assegnata "una prospettiva di candidatura particolarmente difficile e impegnativa" viene così blindato. Il sottosegretario aveva comunque già accettato di correre in Campania. La svolta in Basilicata non è certo figlia di un cambio di rotta del partito: Amendola prende il posto di Raffaele La Regina che ha rinunciato a correre dopo il caso del tweet ironici sulla legittimità dello Stato di Israele.