Armi all'Ucraina, ok del Senato alla risoluzione di maggioranza

Sottoscrive l'accordo anche il M5S. Il premier: "Sosteniamo Kiev, le sanzioni alla Russia funzionano. Dialoghi aperti, non smettiamo di cercare le pace"

Roma, 21 giugno 2022 - È stata approvata con 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio nell'aula del Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Subito dopo, in aula c'è stato un applauso. Bocciate le risoluzioni presentate da Cal, dalla senatrice Elena Fattori del gruppo Misto, del senatore di Italexit, Gianluigi Paragone e di Fratelli d'Italia (su cui è stato chiesto il voto per parti separate). Su tutte il governo aveva espresso parre contrario. 

A sottoscrivere l'accordo anche il M5S. Lo scoglio riguardava il coinvolgimento del Parlamento su ogni passaggio relativo alla fornitura di armi all'Ucraina. "Garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall'art. 51 della Carta delle Nazioni Unite - che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva - confermando il ruolo dell'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace". È quanto prevede, tra l'altro, il testo della risoluzione.  

Cosa prevede la risoluzione della maggioranza in 10 punti

Il discorso di Draghi

"Il governo italiano insieme ai partner Ue e G7 intende continuare a sostenere l'Ucraina come questo Parlamento ci ha detto di fare", ha affermato il premier nelle comunicazioni al Senato prima del Consiglio Ue. A quasi 4 mesi dall'inizio del conflitto "continuano ad emergere nuove atrocità verso civili. Le responsabilità saranno accertate e i crimini puniti", ha continuato. "La strategia dell'Italia si muove su due fronti: sosteniamo l'Ucraina e le sanzioni alla Russia affinché Mosca accetti di sedersi al tavolo" per la pace. "Solo una pace concordata e non subita può essere duratura. Una sottomissione violenta porta al prolungamento del conflitto", ha osservato il premier.

Il 3 giugno il Consiglio Ue ha votato l'ultimo "pacchetto di sanzioni". "Le sanzioni funzionano", è convinto il premier. "Il fondo monetario internazionale prevede che il costo inflitto all'economia russa sarà pari a 8.5 punti del Pil. Il tempo sta rivelando che queste misure sono sempre più efficaci", ha spiegato. 

"Lo voglio sottolineare ancora una volta, i nostri canali di dialogo rimangono aperti, non smetteremo di sostenere la diplomazia e di cercare la pace", ha continuato Draghi. "Ricercare la pace, superare la crisi: questo è il mandato ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida della nostra azione", sono state ancora le parole del premier.