Roma, 10 aprile 2014 - L'affidamento in prova ai servizi sociali è la misura alternativa alla detenzione più ampia richiesta da Silvio Berlusconi per scontare la condanna Mediaset).

Disciplinato dall’articolo 47 dell’ordinamento penitenziario, ha l’obiettivo di evitare alla persona condannata i danni derivanti dal contatto con l’ambiente penitenziario e consiste nel suo affidamento al servizio sociale per un periodo uguale a quello della pena da scontare.


Può essere concesso solo a chi deve scontare una condanna, anche come residuo di pena, non superiore ai tre anni di reclusione (ma questi limiti non valgono se il reo è un malato affetto da Aids conclamata) a condizione che il suo comportamento faccia ritenere che questa misura possa avere per lui effetti rieducativi.


Se il condannato è in libertà, come nel caso di Berlusconi, la richiesta va presentata al pm. La decisione spetta però al tribunale di sorveglianza competente, che provvede con un’ordinanza, dopo aver valutato se ricorrono i presupposti necessari e se non c’è pericolo di fuga. Con l’ordinanza vengono anche fissate le prescrizioni che il condannato dovrà seguire: sul lavoro e sui rapporti con il Centro di Servizio Sociale, innanzitutto, ma anche sulla sua stessa libertà di movimento; obblighi che possono arrivare sino al divieto di frequentare determinati posti o di svolgere attività o avere rapporti personali che possono portare al compimento di altri reati. Se il condannato rispetta quanto gli è stato prescritto, per il periodo corrispondente alla condanna da scontare, la pena ed ogni altro effetto penale si estinguono.