Roma, 28 marzo 2014 - Sul dl Lavoro del ministro Poletti, dopo le battaglie all'interno del Pd con l''assalto' della corrente più di sinistra, non potevano mancare le polemiche e le scintille anche tra tra maggioranza e opposizione. E parte la guerra dei tweet tra Renato Brunetta, di Forza Italia, e Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera. La Gelmini mette il carico: "Se il Pd stravolge il decreto, Forza Italia 'cambia verso' a Renzi".

LA SFIDA DI BRUNETTA - "Forza Italia voterà il decreto Poletti, così com’è, perché è di fatto il decreto Berlusconi sul lavoro. Che farà un Pd gia’ in frantumi?”.

LA REPLICA DI SPERANZA - Sempre via Twitter, risponde Speranza: "Il Pd migliorerà il decreto lavoro. Brunetta spieghi cosa ha fatto e cosa NON ha fatto negli anni del governo Berlusconi. Ora tocca a noi".

LA GELMINI MINACCIA - “Il rullio di tamburi che arriva dal Pd è un presagio infausto per il presidente del Consiglio. Il ministro Poletti è il titolare tecnico del provvedimento che riforma l’apprendistato, ma la faccia, come ama ripetere, è quella del presidente del Consiglio”, afferma Mariastella Gelmini (FI), che aggiunge: “Non entro nelle logiche interne ai democratici, ma se i propositi di Fassina (ridurre da tre a due anni il periodo dei contratti acausali e limitarne a tre il numero dei rinnovi) dovessero riflettere lontanamente la direzione di marcia del Pd è ovvio che Forza Italia si preparerà a un’opposizione intransigente”.

“Non devo spiegare a Renzi che se accetta una qualsiasi modifica restrittiva del decreto forse terrà il partito unito ma la delusione dei mercati e dei giovani che cercano un lavoro non esiterebbe a farsi sentire - sottolinea Gelmini - La posizione di Forza Italia è chiara. Noi siamo per politiche effettive di rilancio dell’occupazione e di tutela dei lavoratori. Bene ha fatto il governo a cominciare lo smantellamento della riforma Fornero, che ci ha confermato che l’occupazione non si crea per decreto, ma che per decreto si può distruggere. Forza Italia ha chiesto questi interventi di liberalizzazioni dei contratti a termine e di semplificazione dell’apprendistato e li sosterrà anche nei passaggi parlamentari, contribuendo anche a migliorarli”. “Non devo sottolineare ancora la nostra ferma contrarietà al neo-centralismo e al neo-statalismo della legge delega sui servizi al lavoro, con la previsione di una pletorica agenzia unica nazionale - conclude Gelmini - Un carrozzone che non serve agli italiani ma solo per soddisfare gli appetiti di qualche boiardo di Stato”.