Roma, 22 dicembre 2013 - Bagarre alla Camera sul decreto-salva-Roma'. Il Governo ha posto la questione di fiducia che andrà al voto domani alle 14.30. La decisione dell'Esecutivo, annunciata in aula del ministro per i Rapporto con il Parlamento, Dario Franceschini, arriva al termine del lungo ostruzionismo operato dai deputati della Lega e del Movimento 5 Stelle, che protestano contro la neutralizzazione della cosiddetta norma Palazzo Marini, il provvedimento che riguarda gli alti affitti pagati dalle amministrazioni pubbliche per i suoi uffici. Il Pd ha prima ottenuto il taglio dei tempi della discussione, poi la sospensioen dei lavori per permettere al comitato dei nove di esprimersi sugli emendamenti. Il testo, una volta approvato dalla Camera con modifiche, dovrà poi tornare al Senato. Ma il Governo, temendo scivolate, ha deciso di tagliare la testa al  toro. Per la rabbia delle opposizioni.

ADDIO RISPARMI -  "Alcuni capitoli del Salva Roma, comunque vada, resteranno negli annali delle peggiori schifezze viste in Parlamento" scrive su Facebook il leghista Davide Caparini che denuncia come nella legge di stabilità ci sia una norma che "neutralizzerebbe" la possibilità di rescindere gli affitti d'oro pagati da Camera e Senato. Ancor più esplicito il deputato Gianluca Buonanno che al termine del suo intervento ha mostrato un forcone di cartone. La presidente Laura Boldrini ha invitato subito i commessi a intervenire.

DETTAGLIO TECNICO - Spiega Caparini: " 'L'articolo 2-bis del decreto legge 15 ottobre 2013, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 dicembre 2013, n. 137, è soppresso'. In questo modo il Senato ha abrogato una norma introdotta la settimana prima in cui si poneva fine ai contratti di affitto ultramilionari degli enti pubblici, organi costituzionali compresi. Le amministrazioni dello Stato, le Regioni e gli enti locali, nonché gli organi costituzionali nell'ambito della propria autonomia - si leggeva nel comma abrogato - hanno facolta' di recedere, entro il 31 dicembre 2014, dai contratti di locazione di immobili in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Il termine di preavviso per l'esercizio del diritto di recesso è stabilito in trenta giorni, anche in deroga a eventuali clausole difformi previste dal contratto. Se correttamente applicata questa norma per la Camera dei Deputati avrebbe comportato un risparmio di 26 milioni di euro annui. E non solo, in questo modo molte amministrazioni avrebbero potuto liberarsi dei contratti incautamente sottoscritti senza clausola di recesso: ogni anno vengono spesi dagli enti pubblici 12 miliardi in affitto. Solo alla Camera, ancora oggi, i quattro immobili di palazzo Marini presi in affitto senza gara dalla società Milano 90 dell'immobiliarista Sergio Scarpellini che metteva a disposizione di Montecitorio costano oltre 500 euro annui al metro quadrato. Una operazione fatta dall'allora presidente Violante che in 18 anni è costata ben 444 milioni solo per i canoni d'affitto". Una vicenda divenuta ben presto l'emblema degli sprechi del Palazzo e che sembrava terminata con la decisione di recedere da tutti i contratti di locazione votata dalla Camera nell'ultima sessione di bilancio interno chiesta da Lega e pentastellati sulle orme della radicale Rita Bernardini.

'QUEI PALAZZINARI...' - "La casta ha trovato un altro modo per bloccare il nostro emendamento contro gli affitti d'oro. Abbiamo trovato un emendamento nella legge di Stabilità che impedisce allo Stato di disdire alcuni contratti con i 'palazzinari' ", afferma la deputata del M5S, Laura Castelli. Nel mirino dei 'cinque stelle' finiscono la Ragioneria dello Stato ed il Governo. "Abbiamo trovato questo emendamento, scritto sotto invito della Ragioneria dello Stato, con il quale il relatore del provvedimento della legge di Stabilità esclude dalla rescissione dei contratti di affitto dello Stato quei privati che hanno dei fondi di garanzia legati agli immobili in questione. Significa - spiega la deputata - che se i proprietari degli immobili hanno una assicurazione su quell'immobile lo Stato non possiamo disdire il contratto. E guarda caso, sembra che la società Milano 90 ,che affitta i locali alla Camera dei deputati. una assicurazione del genere ce l'abbia".

BICCHIERE MEZZO PIENO - Il pentastellato Riccardo Fraccaro si rammarica per il blitz su mandato delle alte buriocrazie, ma trova almeno due buone ragioni per esultare: "Il fiato messo sul collo ai partiti della maggioranza - considera il deputato di M5S - è stato fondamentale per determinare la cancellazione dell'emendamento, presentato dal Nuovo Centrodestra e avallato dal Pd, che prevedeva una riduzione del gettito nei confronti dei Comuni che avessero adottato politiche anti-slot machine, ovvero contro il proliferare del gioco d'azzardo. Infine, abbiamo salvato il pronunciamento popolare del referendum sull'acqua, sventando la privatizzazione che, in fretta e furia, la maggioranza stava realizzando a Roma Capitale". Tuttavia i pentastellati non demordono e in vista della capigruppo che dovrà rimodulare l'ordine dei lavori, alla luce dell'imprevisto voto di fiducia di domani, chiedono alla maggioranza di desistere dalla prova di forza.  "Si sospendano i lavori subito dopo la fiducia di domani. Il governo al rientro, il 27 dicembre, presenti nel milleproroghe la misura che blocca gli affitti d'oro e lo voteremo. Poi si passera al voto sul 'salva Roma'. Se la norma non ci sarà, faremo ostruzionismo fino a far cadere il decreto 'salva Roma' " è la minaccia dei grillini.

CAUSTICO BRUNETTA  - Forza Italia guarda lo spettacolo in Aula e intinge il pennino nel curaro. "Governo e maggioranza in stato comatoso. Prima producono gli ingorghi parlamentari, subiscono gli assalti delle loro clientele, per poi finire sotto il ricatto delle cattive burocrazie ministeriali. La legge di Stabilità dovrà così essere modificata ulteriormente al Senato domani e dovrà tornare alla Camera subito dopo Natale, per porre rimedio a un'infamia clientelare". Lo dice il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta. "Così come per il decreto cosiddetto 'Salva Roma', su cui il governo indeciso a tutto e' stato costretto a mettere la fiducia senza che ci sia una prospettiva seria di approvazione entro i termini di legge, cioe' entro il 30 dicembre. Finale d'anno caotico e inverecondo. Il presidente Letta farebbe bene a trarne le conseguenze".

RENZI - "La norma contro gli affitti d’oro è giusta, sono d’accordo con i cinque stelle", ha detto Renzi durante un'intervista a 'Che tempo che fa'.