Roma, 25 febbraio 2013 - E’ lunghissima la fila degli esclusi dal Parlamento. Innanzitutto, dopo trent'anni, il presidente della Camera uscente, Gianfranco Fini, che si era presentato con il Fli che è molto lontano dalla soglia minima del 2%, necessaria ad ottenere dei seggi per i partiti facenti parte di una coalizione. Stessa sorte alla Camera per l’Udc ferma al 1,77%. Non torneranno in Parlamento tra gli altri: Paola Binetti, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, l’ex ministro dell’agricoltura Mario Catania, Giuseppe De Mita, Ferdinando Adornato, Marco Calgaro.
 

Fuori ‘La Destra’, il ‘Mir’ di Samorì (0,24%) e ‘Grande Sud’ di Miccichè (0,43%). Fuori dai giochi anche ‘Rivoluzione Civile’ di Ingroia che presentandosi da sola doveva alla Camera doveva raggiunge il 4%. Sempre per un posto a Montecitorio correvano Ilaria Cucchi, Antonio Di Pietro e l’ex grillino Giovanni Favia. Passando al Senato, si salva un po’ per il rotto della cuffia Pierferdinando Casini capolista in ben 5 regioni con ‘Scelta Civica’.
 

Si salva anche Giulio Tremonti, capolista quasi ovunque con la Lega. Sel entra in Senato soltanto in due regioni superando il 4% necessario ai partiti facenti parte di coalizioni, Puglia in casa di Vendola e in Basilicata, ma fa parte della coalizione vincitrice solo nella seconda di queste regioni. In ben 5 regioni non passa lo sbarramento dell8% la lista di Mario Monti: Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ciò porta all’esclusione del giornalista Mario Sechi. La Lega passa solo in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.
 

In realtà, grazie alla clausola del ‘miglior perdente’ rientrano tra gli eletti i rappresentanti di ‘Fratelli d’Italia’, per il ‘Centro democratico’ di Bruno Tabacci.