SE AVETE un figliolo a cui vi interessa assicurare un futuro brillante, consigliategli di fare il commercialista o, come seconda scelta, il giuslavorista. Alla peggio potrà darsi all’avvocatura. Il perché è subito spiegato. Sul piano formale la legislatura non è ancora finita, ma le leggi che in essa sono state approvate nel corso dell’ultimo anno sono già nel mirino dei politici. Bisogna cambiare il fisco e anche la riforma del lavoro, ma anche le pensioni. E non si parla qui di quelle forze politiche che queste riforme non hanno mai gradito (tipo Vendola e amici di sinistra massimalista). O della Lega che addirittura vuole una mezza rivoluzione, con il Nord che si dovrebbe tenere il 75 per cento delle entrate fiscali da esso generate.
No, qui si parla delle più autorevoli forze in campo. Il Pd, come si sa, ha in mente di revisionare sia la riforma delle pensioni che quella del lavoro. Due provvedimenti che ha approvato solo pochi mesi fa e sui quali ha influito non poco.

MA NON importa: se Bersani andrà a palazzo Chigi, si cambia. E si cambia, naturalmente, girando un po’ a sinistra. Non saranno mutamenti di poco conto. Il responsabile economico del Pd, Fassina, ha più volte detto che il governo dovrà smantellare l’agenda Monti. Insomma, tutto quello che è stato fatto nell’ultimo anno. A destra Berlusconi è preda di Renato Brunetta, un economista molto agguerrito, il quale sostiene che praticamente tutto quello che ha fatto Monti è da buttare nella discarica. Al primo posto c’è naturalmente l’Imu, di cui andrà cancellato anche il ricordo. Se fosse una persona, Berlusconi all’Imu taglierebbe la testa come a Luigi XVI. Poiché servono soldi, per togliere l’Imu il progetto del Cavaliere prevede ritocchi a altre sei o sette imposte. E da questo, già si capisce che, chiunque vinca, per i commercialisti ci sarà molto lavoro da fare: in pratica cambia ogni cosa. Ma le sorprese non sono finite perché in prima fila, fra i «cambiatori», c’è anche colui che quelle leggi ha impostato e fatto votare: Mario Monti. Anche in questo caso non si tratta di ritocchini. L’Imu va cambiata e il suo gettito va assegnato ai Comuni, l’Irpef (cioè l’imposta sulle persone fisiche) può essere ridotta e l’aumento dell’Iva può essere evitato.

EVIDENTEMENTE non ce ne siamo accorti, ma deve essere successo qualcosa di grosso, visto che oggi è lo stesso Mario Monti che propone di fare marcia indietro rispetto alle cose da lui stesso varate. Ieri era noto per avere aumentato la pressione fiscale fino all’inverosimile, oggi propone di rendere il fisco più leggero. Non solo. Già che è in argomento, lascia capire che nemmeno la riforma delle pensioni e quella del lavoro gli piacciono poi tantissimo. Qualche ritocco, quindi, andrà fatto anche lì. La riforma del lavoro va «portata» più vicino alle aziende e ai lavoratori. Morale: più flessibilità in entrata e in uscita. Probabilmente è normale che in campagna elettorale tutti facciano le loro proposte: dovrebbe essere però anche normale poter contare su poche leggi ma chiare e stabili. Qui, invece, sembra di essere su un ottovolante. Non fai a tempo a leggerti la Gazzetta ufficiale che già è cambiato tutto, e bisogna aspettare quella di domani perché cambierà tutto di nuovo.