Roma, 25 gennaio 2012 - L’aula del Senato ha approvato per alzata di mano la mozione unitaria messa a punto, da Pdl, Pd e Terzo Polo sull’Unione europea, che contiene una lunga serie di indicazioni al governo sia per affrontare la contingenza sia di lungo termine.

L’assemblea approva anche le mozioni: Emma Bonino (225 sì e 21 no); Coesione nazionale (per alzata di mano), parte degli impegni di quella della Lega, votata per parti separate; Idv (236 sì 25 no 8 astenuti).

IL DISCORSO DEL PREMIER - “Desidero anzitutto ringraziarvi per l’odierna occasione che il Senato offre al governo per proseguire a rafforzare dialogo con il Parlamento che ho tenuto a instaurare. Per il governo è importante contare sull’indirizzo delle forze politiche in un momento di scelte decisive per la governance e il futuro dell’Europa”, è l'esordio di Monti.

“Insieme stiamo compiendo un salto perchè dall’avere molto rinsaldato un dialogo ex post stiamo, con questa seduta, passando a un dialogo ex ante. L’orientamento che darete al governo deve essere da questo seguito”. 

Ed entrando più nel merito: “Il superamento della crisi che attanaglia la Ue dipende dalle riforme strutturali che sono nelle mani degli Stati membri” ma “allo stesso tempo il risanamento e le riforme nazionali non potranno avere successo e rischiano di fallire se non sono sostenuti da scelte conseguenti a livello Ue”.

Per questo, ha spiegato Monti, “le forze politiche devono giocare un ruolo attivo per la ridefinizione equilibrata e sostenibile della governance dell’area euro e perchè la Ue sia ricondotta su un cammino di stabilità e crescita”. A maggior ragione “è importante questo elemento di partecipazione e condivisione democratica” in Parlamento “nel momento in cui l’azione nazionale con le politiche di risanamento finanziario e stimolo alla crescita con sacrifici anche pesanti per i cittadini, è strettamente collegata alle scelte che si affermano a livello Ue”.

Il “caso italiano” è “considerato già ora come significativo di una politica forte di consolidamento di bilancio e di crescita”. Lo ha rivendicato il premier Mario Monti, nel suo intevento in Senato. Invitato all’Ecofin dalla presidenza danese ad illustrare il ‘caso italiano’, “mi è venuto naturale - ha detto - mostrare il nesso strettissimo tra ciò che è condotto sul piano nazionale e ciò che è necessario fare sul livello comunitario perchè queste politiche riescano”.

Ora che l’Italia non è più vista come una “mina” ma come parte della soluzione alla crisi dell’eurozona, sta dando il suo contributo perché Stati come la Germania siano meno “inflessibili” per quanto riguarda le risorse dei firewalls. afferma il presidente del Consiglio.

 “Noto una evoluzione positiva - spiega - presso gli Stati membri, come la Germania e altri paesi del genere. Consentitemi di osservare, con modestia personale e del governo, che nel favorire il cambiamento di atteggiamento che si manifesta” abbia contribuito “il fatto che lavorando tutti insieme Parlamento e governo, abbiamo intensificato un’opera che consente all’eurozona di vedere nell’Italia coloro che intellettualmente e politicamente possono favorire una soluzione della crisi anziché l’Italia come mina”.

E’ necessario “dotare” il fondo salva Stati di “risorse adeguate, di stabilità di coordinamento reciproco e di una goverance del fondo che sia umana e non sovraumana e quindi possa effettivamente funzionare e non essere circondata da vincoli e cavilli”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, durante il suo intervento in Senato.

L’Italia “può e deve presentarsi” in Europa “con la dignità che le spetta”, evitando di “esportare polemiche di casa nostra che non giovano all’immagine dell’Italia ma alla propagazione di ingiustificati stereotipi su di noi”, continua Monti. “Ho sempre considerato non appropriato usare la Ue come scusa o via di fuga per scelte di competenza dell’Italia che comportano una nostra assunzione di responsabilità. Allo stesso tempo - ha rimarcato Monti - ritengo non corretto esportare in Ue polemiche di casa nostra”.

I vari incontri bilaterali avuti nelle ultime settimane da Mario Monti “sono stati seguiti con molta partecipazione e interesse sia dai presidenti delle istituzioni europee che incoraggiano questa esplorazione, sia dai singoli capi di Stato, come la cancelliera Merkel, che è interessata a essere tenuta informata su queste conversazioni”. E’ quanto ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, nel corso del suo intervento in Senato.

LA MOZIONE - Il governo sostenga l’introduzione della Tobin tax per i paesi dell’Ue e insista in Europa sull’adozione degli eurobond e dei project bond per favorire la crescita. Sono alcuni dei punti contenuti nella mozione sottoscritta da Pdl-Pd e Terzo Polo che sara’ discussa e votata a breve a palazzo Madama.


La mozione sulla politica europea a sostegno del governo in vista della riunione del Consiglio europeo, impegna l’esecutivo ad “appoggiare l’introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie prospettando l’opportunita’ che essa si applichi a tutti Paesi membri dell’Unione europea e perseguendo contemporaneamente una più ampia intesa globale anche oltre i limiti dell’Unione europea”.

Nel testo anche un passaggio sulla Bce, che deve svolgere “un ruolo centrale, nel rispetto della sua indipendenza, al fine di evitare crisi di liquidità".

 La mozione inoltre chiede al governo di “informare in modo sistematico e tempestivo le Camere sulle nuove iniziative di politica europea, sulle misure legislative in materia di governance, sull’andamento del negoziato per il nuovo trattato e ad assumere posizioni coerenti con gli indirizzi parlamentari”. La maggioranza chiede anche all’esecutivo di “promuovere una dichiarazione a latere del trattato da sottoscrivere con altri Paesi disponibili che affermi l’opportunità di riaprire, in tempi e modi opportuni, il processo costituente verso un’unione politica dei popoli europei”.


Nella mozione, infine, anche il formale mandato a Monti “mettere al centro della riflessione politica europea le politiche dello sviluppo e della crescita, il completamento del mercato interno e in particolare di quello dei servizi, l’innovazione e la ricerca scientifica con l’obiettivo di fare dell’Europa l’economia della conoscenza più grande del mondo, considerando in tale ambito anche la possibile adozione di strumenti innovativi di finanziamento allo sviluppo, quali eurobond e project bond”.