Roma, 28 aprile 2011 - Mentre la Francia sbatte in galera decine di clandestini provenienti dall'Italia, la Corte di giustizia Ue ha bocciato oggi la norma italiana che prevede il reato di clandestinità e l’arresto per gli immigrati irregolari. La norma, secondo quanto è stato deciso, è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini.

Il caso preso in esame dalla Corte Ue è quello di Hassen El Dridi, un algerino condannato alla fine del 2010 a un anno di reclusione dal tribunale di Trento per non aver rispettato l'ordine di espulsione. 

Secondo la Corte europea di giustizia del Lussemburgo, "la direttiva sul rimpatrio dei migranti irregolari osta ad una normativa nazionale che punisce con la reclusione il cittadino di un paese terzo in soggiorno irregolare che non si sia conformato ad un ordine di lasciare il territorio nazionale". "Una sanzione penale quale quella prevista dalla legislazione italiana può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali", si aggiunge.

Il giudice nazionale, incaricato di applicare le disposizioni del diritto dell'Unione e di assicurarne la piena efficacia, secondo i giudici europei, "dovrà quindi disapplicare ogni disposizione nazionale contraria al risultato della direttiva (segnatamente, la disposizione che prevede la pena della reclusione da uno a quattro anni) e tenere conto del principio dell'applicazione retroattiva della pena più mite, il quale fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri".

MARONI - "L’Europa non ha dato una mano ma anche oggi, come si vede, ci complica la vita", ha dice in proposito il ministro dell’interno Roberto Maroni. "Perché  - ribadisce il titolare del Viminale - se la prende solo con l’Italia? D’ora in avanti i clandestini che non verranno espulsi aumenteranno la loro presenza sul territorio e andranno a incidere su quei comportamenti che le ordinanze dei sindaci ora non sembrano possano del tutto frenare".

SANT'EGIDIO APPROVA - "Essere immigrati non è una colpa, la sentenza della Corte europea di Strasburgo va nella direzione giusta". Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, commenta così la sentenza della Corte di Giustizia.

BORGHEZIO ALL'ATTACCO - "Tutto il mondo civile - Stati Uniti in testa, ma anche vari Paesi europei - persegue e sanziona penalmente l’immigrazione clandestina e relativi racket mafiosi. Ma, sul punto, la Corte di giustizia sanziona esclusivamente la norma italiana che prevede il reato di clandestinità, con una motivazione che non sta ne’ in cielo ne’ in terra", afferma l’eurodeputato leghista Mario Borghezio commentando la sentenza della Corte di giustizia del Lussemburgo.

"Come mai? Forse perché in Europa, come ho avuto piu’ volte modo di affermare senza peli sulla lingua, ‘l’Italia non conta un c....’. E, allora, cosa ci stiamo a fare in questa Ue?", conclude Borghezio.

LA PREOCCUPAZIONE DELL'IDV - "La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che boccia il reato di clandestinità e’ una buona notizia in quanto disapplica immediatamente una legge vergognosa che, dopo la Bossi-Fini, aveva definitivamente fatto retrocedere l’Italia fra i paesi xenofobi - ha detto il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica - Ma dobbiamo impedire che questo governo, invece di fare un passo indietro e varare norme sull’immigrazione adeguate agli standard europei, approfitti dello spiraglio giuridico per procedere con una espulsione di massa, soprattutto dei migranti giunti a Lampedusa in questi ultimi mesi".