Roma, 24 settembre 2010 - Sarà "la verità" di Gianfranco Fini. La risposta a quella che giudica la “campagna di controinformazione” in atto sulla vicenda di Montecarlo. Il Presidente della Camera, secondo quanto apprende Apcom, è intenzionato a registrare un video messaggio che sarà in rete domani su diversi siti internet, fra i quali quelli di Generazione Italia e del Secolo d’Italia. Il video sarà poi visibile messo su You Tube.

Secondo le stesse fonti, il video servirà a presentare la verità di Fini sulla quella che giudica “una campagna di controinformazione” su Montecarlo. Ma il discorso del Presidente della Camera sarà a tutto campo, toccando “l’attualità politico-istituzionale” alla luce dei passaggi decisivi dei prossimi giorni.
 

LA LETTERA DAI CARAIBI - Intanto si viene a sapere che la lettera del governo dell’isola di Saint Lucia, che dimostrerebbe che la casa di Montecarlo costata sarebbe stata comprata da una società offshore di proprietà del cognato Giancarlo Tulliani, è “vera”. Almeno seconda quanto riporta Il Fatto Quotidiano che ha parlato con Lorenzo Rudolph Francis, il ministro della Giustizia di St. Lucia, il cui nome appare sulla lettera indirizzata al suo primo ministro, King Stephenson.

Alla domanda se il documento in questione sia vero o falso, Francis, che si trova in Europa, ha risposto: “E’ vero”. “La prossima settimana rilasceremo un comunicato ufficiale su questa materia”.

DUBBI SULLA CARTA INTESTATA - A proposito della presunta lettera con cui il ministro del Paese caraibico spiegava al suo premier che dietro le societa’ proprietarie della casa di Montecarlo ci sarebbe stato Tulliani, il Fatto Quotidiano spiega anche di aver parlato con l’azienda che fornisce il governo dell’isola caraibica di tutti i documenti e secondo la quale l’intestazione della lettera firmata da Francis non corrisponderebbe a quella ufficiale. ‘’Non ho memoria che ci abbiano mai chiesto di cambiare carattere. E noi non riforniamo carte intestate digitali ma solo stampate’’, ha spiegato al Fatto un funzionario della stamperia.

 

LA CONFERMA Il ministro della Giustizia di Saint Lucia, Rudolph Francis in conferenza stampa avrebbe confermato l’autenticità del documento che attribuisce la proprieta della casa di Montecarlo a Giancarlo Tulliani. "La lettera è autentica", avrebbe detto Francis in conferenza stampa. Lo riporta "Il Fatto quotidiano.it".

Il ministro Francis, durante la conferenza stampa, ha detto di aver informato, proprio con la missiva pubblicata dai quotidiani italiani, il primo ministro di Saint Lucia Stephenson King per spiegare che dietro le società off-shore che hanno acquistato l’appartamento di Montecarlo ci sarebbe stato Giancarlo Tulliani. È quanto riporta sepre "Il Tatto Quotidiano.it", collegato in conference call con Saint Lucia.

"La lettera - ha spiegato Francis - è autentica, ho deciso di scriverla al primo ministro per informarlo su una vicenda che rischiava di danneggiare l’economia dell’isola". Il ministro ha poi concluso: "Non so come la lettera che ho scritto al primo ministro sia finita nelle mani dei giornalisti che l’hanno pubblicata". 

 

BOCCHINO: "LA LETTERA E' UN FALSO" A poche ore dal messaggio video che sarà diffuso da Gianfranco Fini in merito alla vicenda della casa di Montecarlo, Italo Bocchino è ospite in colegamento del TGLA7 delle 20, diretto e condotto da Enrico Mentana.
"Il quadro non cambia - esordisce Bocchino - perchè la certezza che Tulliani non è il proprietario di società offshore Fini ce l’aveva prima e ce l’ha ora. È falso lo scritto di quella lettera ed è falso che l’appartamento appartenga a Tulliani. Piuttosto è interessante scoprire - dice in merito al documento del Ministero di Santa Lucia - chi ha chiesto al Ministro di Santa Lucia questo appunto".


"E poi
- si chiede Bocchino - se Santa Lucia ha le prove perchè non le ha messe nero su bianco e ha messo in piedi una calunnia?".
 

Riferendosi ad Angelino Alfano, Bocchino aggiunge che "la formula ‘dai giornali so che, mi risulta chè non è adatta a un Ministro della Giustizia. Lo certifichi, piuttosto. E non potrà certificarlo perchè non è così. Bisogna fare chiarezza".
 

"La gente che ci ascolta - continua - pensa a Santa Lucia che poi è un Paese più piccolo di un quartiere di Napoli o di Roma. Se il Ministro di Santa Lucia ha la certezza di quel che dice, che lo documentasse: è un falso materiale e ideologico".
 

Per quanto riguarda Valter Lavitola - indicato dallo stesso Bocchino come uno degli uomini che ha lavorato a questo documento per conto di Berlusconi - Bocchino aggiunge: "Lavitola in realtà non nega, anzi dice che forse è stato incastrato. Le nostre notizie, invece, sono certe e fondate. Conosco da anni Lavitola - precisa - e non lavorava per sè. Nel 2009 ci fu chiesta la sua candidatura al centro-sud, io c’ero. Poi non si poteva e gli fu offerta al centro-nord: lui rifiutò".


"Domani Fini
dirà le cose come stanno perchè dice di avere la certezza e non è nè uno sprovveduto nè un kamikaze. Lo dirà spiegando la vicenda di Montecarlo".
 

Bocchino conclude rivangando un episodio che riguarda Vittorio Feltri, da oggi ex direttore del Giornale: "Dopo il caso Boffo, Feltri scrisse a Fini dicendogli di mettersi a cuccia perchè sennò quello che era capitato all’ex direttore di Avvenire sarebbe capitato anche a lui". L’ultima domanda di Mentana è se ripeterebbe le cose dette ieri ad Annozero sul complotto ordito contro Fini: "Quello che ho detto ad Annozero lo ripeterei tutto".

 

SCONTRO FINIANI - PDL - "Ciò che ha detto il ministro di Santa Lucia "non cambia il nostro giudizio sull'operazione di dossieraggio e sul fatto che si tratta di una patacca", ribatte il 'finiano' Italo Bocchino, che ritiene che ciò "sarà chiarito in modo incontrovertibile". Lo stesso Bocchino, intervistato ieri da Michele Santoro ad 'Annozero', aveva accusato Valter Lavitola, direttore dell''Avanti', di aver fabbricato il documento 'taroccato'. E' una bufala "totale", risponde l'interessato in un'intervista al 'Giornale'. "Italo è stato scorretto, lo conosco da quando eravamo ragazzi, mi aspettavo che prima di accusarmi mi chiamasse almeno. Voglio vedere, sono pronto a querelare".

Interviene anche l'avvocato del premier. "Le dichiarazioni volte ad ipotizzare un diretto coinvolgimento del Presidente Silvio Berlusconi nella vicenda della Casa di Montecarlo - afferma Nicolò Ghedini in una nota - sono infondate, pretestuose e diffamatorie. Come risulta pacificamente dalle dichiarazioni e dai documenti nessuna attività di dossieraggio è stato svolta dal Presidente del Consiglio né direttamente né indirettamente".
 

Silenzio invece da parte di Gianfranco Fini, che prima lascia ribadire da Urso che Fli è essenziale per la tenuta del governo e poi ostentatamente si dedica a quello che probabilmente sarà a giorni un altro nodo politico delicato, il Lodo Alfano. Circolavano notizie su contatti e diplomazie al lavoro e lui, che capo della diplomazia italiana lo è stato, risponde: "In corso c’è una discussione franca, le carte sono sul tavolo, vedremo"; certo è che "la legge è uguale per tutti". Come dire: assolutamente niente di definitivo, ancora.


A Fini risponde Bossi, da par suo: "lui e Berlusconi non si prendono più e sui voti finiani non si può più contare". Sì dunque al soccorso che viene dall’Udc siciliana? Risposta secca: "La Sicilia è lontana".

Quello che è successo con l’appartamento di Montecarlo "è una cosa molto grave, che non doveva succedere" e che si è aggravata "con il silenzio di Fini". Assunta Almirante riprovera da lontano Gianfranco Fini per come ha gestito la vicenda: "il suo errore più grande - ha detto donna Assunta intervenuta a Milano alla presentazione della festa nazionale del PdL - è stato il silenzio, doveva spiegare subito. Tutto è stato portato troppo a lungo quando poteva essere risolto in 24 ore. Ma lui ha questa mentalità di non rispondere perchè crede che i giornalisti scrivano per tre giorni e poi dimentichino".

Gianfranco Fini dovrebbe chiarire una volta per tutte la vicenda dell’appartamento di Montecarlo e il coordinatore nazionale del PdL, Ignazione La Russa, lo invita a farlo al più presto. "Questa vicenda - ha detto La Russa a margine della presentazione della festa del PdL - va avanti ormai da molto tempo. È giunto il momento che chi ha potere di farlo, e il presidente della Camera ha questo potere, dica alla gente, ai giornali e agli elettori come stanno esattamente le cose. Mi interessa - ha proseguito La Russa - qual è la realtà dei fatti e non la realtà dei documenti. Non ho mai dubitato che un documento presentato su un giornale sia vero fino a prova contraria, mi interessa il contenuto e non il timbro".

 

LE OPPOSIZIONI - Partita aperta e opposizioni all’attacco. Di Pietro: "Tutti a casa, il Berlusconi ricattatore ed il Fini ricattato". Il Pd, secondo lui, dovrebbe cessare con le faide interne e cercare l’unità necessaria a costruire l’alternativa. Sulla crisi del centrodestra il pd Migliavacca è d’accordo. Quanto alle tensioni interne, Franceschini oggi ha convocato Area Democratica, senza però invitare i 75 che nei giorni scorsi hanno aderito al documenti di Veltroni. 

"Questa vicenda delle case, delle ville, questi scontri e questi dossier appartengono al degrado di una politica cui il centrodestra ci ha portato. Una volta ho usato anche parole molto forti: siamo al sottoscala maleodorante di questa Repubblica". È quanto detto dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine del convegno di studi dei Cristiano sociali in corso ad Assisi, commentando la vicenda che coinvolge Gianfranco Fini.

"Io faccio solo una domanda - ha aggiunto - dove state portando questo Paese? Questo Paese è molto meglio di quello che gli succede. Torniamo alle questioni reali, finiamolo con queste cose".

In particolare, sulla vicenda che coinvolge Fini, Bersani ha puntualizzato: "La magistratura vedrà, Fini dica, chiarisca. Berlusconi pensi a governare il Paese e non a fabbricare trame perchè il Paese è sconcertato. Io stesso - ha concluso il segretario del Pd - sono sconcertato perchè non pensavo potessimo arrivare a questi punti di degrado".

 

LA PROCURA DI ROMA Dai documenti acquisiti dalla procura di Roma nella sede romana di Alleanza Nazionale di via della Scrofa non sono emersi elementi che provino una offerta di acquisto alternativa rispetto a quella compiuta dalla società offshore che ha poi acquistato l’immobile.


L’inchiesta romana, partita dalla denuncia di due consiglieri del gruppo La Destra, mira ad accertare se l’immobile sia stato ‘svenduto'. E proprio per questo si attendono gli atti dalle autorità monegasche dai quali è possibile stabilire il valore dell’appartamento donato ad Alleanza Nazionale.