Cortina d'Ampezzo (Belluno), 18 settembre 2010 - Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti interviene al convegno del Pdl a Cortina e fa un lungo discorso su economia e politica. "Questa storia è iniziata nel 1994 con il primo governo Berlusconi - ha esordito Tremonti facendo un po' di ironia - governo in cui ho avuto l’onore di fare il ministro delle Finanze. Dire che è stato un piacere non è esatto visto il paiolo che ci hanno fatto dopo".

Nel suo intervento il responsabile di via XX settembre ha parlato della crisi. "Non credo che tutto sia risolto, non credo che le incertezze siano state eliminate e non credo che i rischi siano stati eliminati: i signori della speculazione finanziaria ancora a piede libero" e "derivati" ci sono ancora - ha detto - "in giro per l’Europa, non in Italia, ci sono ancora situazioni di crisi potenziale e attuale da considerare con grande serietà e prudenza".

"Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità - ha spiegato il ministro dell'Economia - e se qui c'è qualche pirla che dice allora non vuoi prendere voti, forse non ha capito che gli italiani che sono uno dei popoli più intelligenti, sanno che i politici devono smettere di dire che pagano l’assegno perché se io firmo l’assegno il conto lo pagate voi". E ancora: "I politici devono essere onesti anche nel dire le cose come stanno".

Tremonti è quindi intervenuto sul "business dell’eolico", che ha definito "uno degli affari di corruzione più grandi e la quota di maggioranza francamente non appartiene a noi". "Con Berlusconi abbiamo già stilato un documento fatto di otto punti - ha detto Tremonti - che poi magari diventeranno cinque. Un punto che ci penalizza è quello del nucleare: noi importiamo energia. Mentre tutti gli altri paesi stanno investendo sul nucleare noi facciamo come quelli che si nutrono mangiando caviale, non è possibile. Non dobbiamo credere a quelli che raccontano le balle dei mulini a vento, le balle dell’eolico, vi siete mai chiesti perchè in Italia non ci sono i mulini a vento? Quello dell’eolico è un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare e di cui noi non abbiamo certo la quota di maggioranza".

"L'Italia - ha poi detto - ha certamente un problema di crescita: adesso dobbiamo cominciare a lavorare su questo. La sfida del governo è come competere e come crescere senza la leva della spesa pubblica".

Non è mancato nemmeno un riferimento al Sud, dove - sempre secondo Tremonti - "manca lo Stato". Per il ministro "lo Stato deve fare lo Stato, deve fare l’ordine pubblico, le opere pubbliche. Il passante di Mestre è stato fatto in tre quattro anni. Magari in Spagna l’avrebbero fatto in due. Però al passante ci passi. La Salerno Reggio Calabria - ha detto - è ferma da quattordici anni ed è stata bloccata da 120 attentati in un solo lotto. E lì non è che sono mancati i soldi. E’ successo qualcos’altro".

"Deve tornare lo Stato - ha ripetuto il ministro - La Calabria non ha più la contabilità sulla sanità. E ti dicono che viene fatta per tradizione omerica. E cioè per narrativa. Il governo Berlusconi ha mandato la Guardia di Finanza a rifare la contabilità della Calabria. E questo vuol dire mandare lo Stato a fare lo Stato".

"La questione meridionale sarà parte dell’iniziativa che prenderemo - ha aggiunto Tremonti - che sarà concentrata rispetto al disordine che c’è stato finora su alcuni obiettivi fondamentali: sulle opere pubbliche, sull’istruzione pubblica, sull’ordine pubblico".

"Il federalismo fiscale è una via lenta, progressiva e prudente che porterà risultati nell’interesse di tutti", ha detto Tremonti spiegando che "la base è municipale". Col federalismo, ha aggiunto Tremonti dopo aver fatto esempi sulle differenze dei costi della sanità in regioni diverse, "noi non tagliamo i servizi. Tagliamo i soldi ai ladri".