{{IMG_SX}}BOLOGNA, 28 MARZO 2009 - NON è troppo stringere due big come lei e il sindaco nella stessa circoscrizione del nord ovest per le europee?
«Ma io non sarò candidato. Il capolista sarà probabilmente Cofferati». Piero Fassino, parlamentare del Pd che qualcuno vorrebbe in pole per la segreteria, nel dopo Franceschini, neanche stavolta duellerà con l’ex leader della Cgil. Che già nel 2003, scegliendo Bologna, rinunciò a gettare il guanto di sfida.

Eppure davano la cosa per fatta, lei in Europa.
«Solo ricostruzioni giornalistiche».

Il segretario Franceschini sa che lei non vuole andare a Strasburgo?
«Certo che lo sa».

Non sarà che si fa da parte per lasciare il posto a Cofferati?
«Non mi faccio da parte, non mi ero mai fatto avanti. Non c’è mai stata una mia richiesta di candidatura».

E come vede la candidatura del sindaco?
«Ottima scelta. Cofferati è una personalità della sinistra italiana. E ha anche avuto una proiezione europea importante, da segretario della Cgil. Considero la sua candidatura molto positiva e utile per il Pd. L’ho anche incoraggiato».

Prima o dopo la lite con Flavio Delbono, che corre da sindaco per il Pd?
«Molte settimane prima. Quel che è successo dopo non c’entra niente».

Cosa pensa di quello scontro?
«Non assegnerei grande importanza a uno scambio di battute. E non ho nessun dubbio sul fatto che Cofferati sostenga con convinzione la candidatura di Delbono».

Intanto in Piemonte ci rimarranno male. In tanti, nel suo partito, contavano molto su di lei capolista per le europee.
«Questo mi gratifica e ringrazio i tanti che hanno pensato a me. Ma io non ho intenzione di candidarmi, né nel nord ovest, né in nessun’altra circoscrizione. Cofferati garantisce l’autorevolezza della lista. Io intendo continuare ad assolvere agli impegni che ho. E poi un’eventuale mia candidatura entrerebbe in conflitto con l’incarico di rappresentante europeo per la Birmania a cui sto dedicando molto impegno».

Però c’è chi dice che lei aspiri a un ruolo più politico nel partito: magari si candida alla segreteria?
«In questo momento c’è un’unica grande priorità: ottenere risultati positivi alle europee e alle amministrative».

Quindi non si candida alla segreteria?
«Faccio politica per passione, non cerco incarichi e galloni».

Eppure il 13 marzo, nella serata con Delbono a Bologna, ha parlato quasi da segretario in pectore, un’ora e passa di comizio centrato sull’orgoglio dell’appartenenza.
«Ho fatto un discorso politico come in tante altre occasioni. Ho una storia che mi consente di essere ascoltato, indipendentemente dalle cariche».

A Bologna ha detto: vinceremo.
«Delbono è un ottimo candidato».

Però ha dato sei più a Cofferati.
«Credo che Cofferati sia stato un buon sindaco».

Non era più logico candidarlo nel collegio nord est?
«No, perché? E’ lombardo e abita a Genova».

Come farà a fare campagna elettorale, da primo cittadino? Dove troverà il tempo per cercarsi le preferenze in tre regioni?
«Non vedo il problema, ha esaurito il suo mandato. Tanto è vero che i bolognesi saranno chiamati a eleggere un nuovo sindaco».

Ma se Cofferati va in Europa, ruba il posto a qualcuno?
«Non credo proprio. Abita a Genova, la Liguria ha sempre avuto un eletto. Quindi non penalizza gli eletti del Piemonte e della Lombardia».

Secondo lei i militanti saranno sorpresi da questo colpo di scena? Si erano già sentiti abbandonati dal sindaco per la famiglia...
«Non credo che i militanti saranno sconcertati. Anzi, semmai in gran parte saluteranno come un fatto positivo che Cofferati s’impegni in un nuova sfida politica».