{{IMG_SX}}Roma, 28 maggio 2008 - Le polemiche che hanno accompagnato la proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno di intitolare una strada della Capitale a Giorgio Almirante, nel ventennale della morte dello storico leader del Msi, fanno riaffiorare vecchie ruggini sulla toponomastica delle città italiane tra destra e sinistra.

 

E ad alimentare il fuoco della polemica arriva la richiesta di un consigliere comunale di Alleanza nazionale a Bologna per dedicare una strada del capoluogo felsineo ad Almirante. Proposte che non sembrano raccogliere il consenso di ex primi cittadini illustri delle due città, come Veltroni e Zangheri.

 

Del resto, negli anni passati la toponomastica delle città italiane ha visto una netta prevalenza di figure legate all'universo della sinistra rispetto a quelle del mondo di destra, ferma restando la schiacciante superiorità, di fatto in tutti i comuni del nostro Paese, dei personaggi legati all'epoca risorgimentale, con Garibaldi e Mazzini di molte spanne sopra a tutti gli altri. È vero che in Italia esistono due vie Mussolini, entrambe in due piccoli centri del padovano, a Borgoricco e a Villanova di Camposampiero. In questo caso però non si tratta di strade dedicate al capo del fascismo: la parola 'mussolini' altro non sarebbe che una traduzione in dialetto veneto della parola 'moscerini'.

 

La prevalenza della sinistra è evidente: le strade italiane contano più di una targa dedicata a Carl Marx, a Lenin, a Stalin, ma anche al maresciallo Tito, allo storico leader vietnamita Ho Chi Minh, a Mao Tze Tung, a Trotsky. E ci sono Via Rivoluzione d'Ottobre e Via Unione Sovietica. A Roma e in altre città italiane, per esempio, ci sono strade e viali dedicati a Palmiro Togliatti e Antonio Gramsci. Il compagno di 'revolucion' di Fidel Castro, Ernesto Che Guevara, può vantare 54 targhe a lui dedicate in lungo e in largo per la penisola. 

 

Un altro caso che potrebbe essere definito 'politico' è quello di Nazzareno Strampelli, scienziato e agronomo al quale si deve un cospicuo lavoro di ricerca per realizzare varietà di grano più resistenti. A lui Benito Mussolini aveva affidato il compito di vincere in laboratorio la battaglia del grano. Il lavoro di Strampelli portò la resa media delle coltivazioni di grano in Italia dai 10 quintali per ettaro del 1913 ai 14 quintali del 1933. Ma, forse, per il fatto che l'agronomo di Mussolini era, ovviamente, considerato organico al regime, a lui, in Italia sono dedicate appena 11 strade.

 

È andata meglio ad un altro scienziato, Giulio Natta, al quale dobbiamo l'invenzione della plastica, almeno come la conosciamo oggi. Il nuovo materiale da lui realizzato era il celeberrimo Molpena di una altrettanto famosa pubblicità di Carosello, a metà degli anni '50. Un lavoro per il quale, nel 1963, Natta ha ottenuto il premio Nobel per la Chimica. Per lo scienziato ligure il 'bottinò di strade e vie, sparse in tutta Italia, è di 49.

 

Oggi la polemica tra destra e sinistra sulle personalità cui dedicare una via è tornata in primo piano. Ma sul nome di Giorgio Almirante, la Capitale aveva già vissuto un confronto aspro. Proprio durante il mandato di Walter Veltroni, quando due consiglieri comunali di Alleanza nazionale avevano provocatoriamente coperto la targa dedicata a Nilde Iotti con la scritta 'Via Giorgio Almirante, ignorato dal Comune di Roma'.

 

LA CONDANNA DI FINI

''Credo che a lei faccia piacere, onorevole Fiano, se dico che sono certamente vergognose le frasi che lei ha letto e che esprimono un sentimento razzista che purtroppo in quell'epoca tragica albergava in tanti e troppi esponenti che in alcuni casi si allocavano a destra, in altri in altre formazioni politiche''.

 

E' quanto ha affermato nell'Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini dopo che il deputato Emanuele Fiano (Pd) ha letto delle frasi di un testo di Giorgio Almirante pubblicato nel maggio 1942 sulla rivista 'La difesa della razza'.

 

Un testo in cui Almirante, fra l'altro, poneva la necessita' di ''porre un altola' ai meticci e agli ebrei''.
Emanuele Fiano e' intervenuto a inizio seduta affermando di aver "visto dei manifesti a Milano, la mia citta' secondo cui noi italiani dovremmo essere orgogliosi di Giorgio Almirante, di cui dovremmo ricordare la figura. Voglio farlo anch'io leggendo un suo testo autografo pubblicato il 5 maggio 1942 sul periodico 'La difesa della razza''', di cui l'ex leader del Msi era vicedirettore''. Dopo aver letto il breve testo sul razzismo, Fiano ha concluso: ''Ringrazio chi ha avuto l'idea di dedicare una strada a Giorgio Almirante per non dimenticare. In effetti noi non lo dimenticheremo mai...''.

 

L'INCONTRO

Prima della cerimonia di presentazione dei discorsi parlamentari di Giorgio Almirante, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto nel suo studio di Montecitorio la vedova Almirante, donna Assunta, gli ex presidenti di Montecitorio, Luciano Violante e Fausto Bertinotti, e il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga.

 

LA PRECISAZIONE DI ALEMANNO

L'intitolazione a Giorgio Almirante di una via a Roma sarà fatta solo con il consenso della comunità ebraica. Lo ha affermato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, a margine della commemorazione del leader del Msi in Parlamento.

 

"Abbiamo deciso di fare un approfondimento storico con la comunità ebraica - ha dichiarato Alemanno, a fianco della signora Assunta Almirante - vogliamo fare una confronto chiaro e condiviso perchè vogliamo avere anche il consenso della comunità ebraica nella intitolazione della via". Il sindaco ha quindi ricordato che Giorgio Almirante "è sempre stato un amico di Israele, schierato politicamente a fianco di Israele, e una persona che ha sempre combattuto in tutti i modi, dentro e fuori il partito, l'antisemitismo e il razzismo. È stata una persona che ha avuto il coraggio di ripudiare esplicitamente quello che aveva scritto sulla rivista 'La difesa della razza', dove hanno scritto altri personaggi" che non hanno rinnegato le loro parole.

 

Secondo Alemanno, Almirante ha avuto "l'orgoglio e la franchezza di ripudiare quelle frasi e dire con chiarezza che era stato un errore storico e una nefandezza. Lui l'ha fatto, altri schierati nell'antifascismo non hanno avuto il coraggio di farlo".