{{IMG_SX}}Napoli, 27 maggio 2008 - A Chiaiano sono arrivati i tecnici dell'Arpac (Agenzia regionale protezione ambientale Campania, ndr) e del Commissariato per poter iniziare i rilievi tecnici all'interno della cava di tufo.

 

Libere le strade e tolto il presidio che nei giorni scorsi è stato mantenuto, notte e giorno, per impedire che arrivassero tecnici e forze dell'ordine a 'prendere possesso' del sito che potrebbe accogliere la discarica da 700mila tonnellate voluta prima dal commissario Gianni De Gennaro e poi confermata dal decreto legge del 23 maggio scorso.


Verso le 2 di questa mattina i manifestanti hanno rimosso la prima barricata di cassonetti, quelli saldati tra loro e circondati da filo di ferro. Il blocco, creato a via Cupa del Cane, impediva, di fatto, l'arrivo di chiunque alla cava. Con le fiamme ossidriche e con la partecipazione di numerosi cittadini sono stati spostati gli oggetti che ostruivano il passaggio, ma restano ancora in strada alcune auto semidistrutte, un pino tagliato messo di traverso sulla carreggiata e alcune masserizie.


Nel corso della notte, oltre all'appello del sottosegretario Bertolaso, che aveva chiesto partecipazione ai cittadini, si è aggiunto quello del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta. Il primo cittadino del Comune ai confini del quartiere napoletano di Chiaiano, aveva preso parte in tarda serata ad un vertice con il prefetto di Napoli Alessandro Pansa.


Alla fine del lungo colloquio era stato deciso di fare entrare i tecnici nella cava per poter permettere le verifiche. Il sindaco si era appellato ai manifestanti per far sì che venissero tolti i blocchi e permettere l'arrivo delle ruspe.
Perrotta aveva anche assicurato che le Forze dell'ordine avrebbero unicamente vigilato le operazioni senza prendere possesso dei luoghi.


I tecnici, di cui fanno parte anche alcuni rappresentanti della VIII municipalità, di Marano e di Mugnano, dovrebbero completare i lavori in venti giorni. Al termine dei prelievi di terreno, e delle operazioni di scavo per verificare la presenza di falde acquifere o di altri rifiuti già depositati nel sottosuolo, si tireranno le somme. Il tutto dovrebbe terminare in venti giorni. Soltanto allora si capirà, con precisione, se le cave saranno adeguate o meno ad accogliere l'immondizia.

 

L'INDAGINE

Sono 25 le notifiche di ordini di custodia cautelare nell'ambito di una inchiesta su irregolarità nella gestione del Commissariato per l'emergenza rifiuti. Le misure, che avrebbero il beneficio dei domiciliari, interessano dipendenti e funzionari della struttura. Al prefetto di Napoli Alessandro Pansa è stato notificato un avviso di garanzia.

 

Tra i destinatari dell'ordinanza, Marta De Gennaro, già vice del sottosegretario Guido Bertolaso, e responsabile del settore Sanità della Protezione civile. Altro nome eccellente è quello di Michele Greco, dirigente della Regione Campania. Le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa ai danni dello stato.

 

L'avviso di garanzia inviato al prefetto di Napoli è legato a un atto da lui firmato e contenente delle prescrizioni che la Fibe - la società legata a Impregilo che si è occupata in questi anni del ciclo dei rifiuti in Campania e che è sotto inchiesta assieme al presidente della Regione Antonio Bassolino - doveva seguire in vista della scadenza del mandato a commissario per l'emergenza rifiuti del prefetto. L'atto è datato 18 dicembre e la scadenza del mandato del prefetto era il 31 dicembre 2007.


Nell'atto firmato dal prefetto e inviato alla Fibe, secondo quanto si apprende, c'era anche una nota in calce in cui Pansa faceva presente alla società che le prescrizioni sarebbero state inviate all'autorità giudiziaria di Napoli.

 

Il prefetto ha ricevuto l'avviso ieri sera, poco prima che iniziasse la riunione con i rappresentanti della municipalita' di Chiaiano e dei Comuni limitrofi per la rimozione delle barricate che bloccavano l'accesso al sito dove dovrebbe essere realizzata una delle discariche previste dal decreto.

 

"Sono convinto che gli sviluppi dell'inchiesta chiariranno la correttezza del mio comportamento per cui attendo del tutto sereno l'esito degli accertamenti. Continuo - ha dichiarato lo stesso Pansa- il mio lavoro di prefetto di Napoli con lo stesso impegno di sempre ed esprimo la fiducia massima nei confronti della magistratura".