{{IMG_SX}}Ladispoli (Roma), 26 maggio 2008 - E' difficile negare la matrice politica dell'aggressione nei confronti di alcuni bengalesi compiuta sabato scorso a Roma. Lo dice il segretario del Pd, Walter Veltroni, a margine di una iniziativa per ricordare la Shoah al Municipio di Ladispoli. "Quando si va in giro a sfasciare i negozi degli immigrati con la sciarpa con la croce uncinata...", risponde il segretario del Pd a chi gli chiede se a suo giudizio ci sia una motivazione politica dietro i fatti di Roma.


Un cronista chiede a Veltroni se anche invocare le ronde, come fanno alcune forze politiche, possa contribuire ad aumentare la tensione: "Certamente l'idea di farsi giustizia da sè è sbagliata - risponde il segretario del Pd - dobbiamo affermare il principio in base al quale non è il singolo, ma lo Stato che fa rispettare la legge. L'idea delle ronde non c'è in nessun Paese europeo".

 

Veltroni ribadisce la sua contrarietà all'introduzione del reato di immigrazione clandestina: "E' un gravissimo errore, non risolverà i problemi".
Tornando a commentare i fatti di Roma, aggiunge: "C'è un clima di intolleranza contro il quale non si combatte con la necessaria forza. Non si può vivere in un Paese dove è pericoloso andare allo stadio o dove un commerciante del Bangladesh viene aggredito da una squadraccia".


"Quando si fa strada il germe dell'intolleranza
è l'inizio della fine - continua - quando scatta l'idea che qualcuno sia superiore a qualcun altro, che il diverso da te è un fastidio, è l'inizio della fine; quando scatta la caccia all'immigrato è l'inizio della barbarie". Veltroni ricorda che "a Roma è stato picchiato un gay perché è un diverso, al Pigneto c'è stato un raid. Si dice che non c'è stata una matrice politica: non ci sarà stata, ma sulle sciarpe di uno di loro, come ha riferito una testimone, c'era una svastica".


Il segretario del Pd condanna "la caccia a chi è diverso da te", e avverte: "Bisogna mettere antidoti subito. Non bisogna mai identificare un reato con una etnia, sennò si scatena la caccia a quella etnia. Non si vive con la paura, la paura per ora è il genere più vendibile ma produce conseguenze più gravi". Ci vuole un netto "rifiuto della violenza e dell'intolleranza, di qualsiasi segno siano".