{{IMG_SX}}Roma, 16 maggio 2008 - Primi altolà dei sindacati al pacchetto fiscale che il Governo esaminerà al Consiglio dei Ministri di mercoledì prossimo: per Cgil Cisl e Uil, in particolare, la detassazione degli straordinari - uno degli interventi più importanti del provvedimento - sarebbe inutile per i quadri.

E non solo: l'esclusione degli statali dalle agevolazioni rappresenterebbe "un pessimo inizio di rapporti" con il Governo. Secondo il segretario della Fp Cgil, Carlo Podda, «si creerebbe una disparità tra i lavoratori pubblici e i privati, ad esempio tra gli infermieri che lavorano nella sanità pubblica e quelli che operano nella sanità privata, con la beffa che la sanità privata è comunque pagata dal bilancio pubblico, cioè le Regioni».

 

Considerato che la misura servirebbe anche per il rilancio dei consumi e dei redditi, «non si capisce perchè non debba valere per i lavoratori pubblici - aggiunge - visto che equivalgono a 3,5 milioni di famiglie, pari a 10 milioni di persone».


Secondo quanto si apprende, gli ultimi calcoli fatti dall'Economia prevedono un costo intorno ai 4-6 miliardi di euro per il pacchetto fiscale allo studio del Governo. Il provvedimento è ancora in fase di preparazione e una prima bozza dovrebbe essere pronta non prima di martedì. Sempre secondo indiscrezioni, gran parte della copertura finanziaria verrebbe assicurata da forti tagli alla spesa corrente dei ministeri e dal blocco parziale di alcuni programmi, e solo in parte da interventi su banche e assicurazioni per le quali si sta studiando un tipo di intervento più morbido rispetto alle prime simulazioni.


Sia come sia, se è confermato l'intervento per l'Ici
- abolizione 'tout court' sulla prima casa ad esclusione degli immobili di lusso e a partire dall'acconto di giugno - e il costo complessivo (2,2 mld), più complessa appare la partita per gli sgravi sugli straordinari. Il costo dell'operazione è compreso in una forchetta tra 1 e 1,8 miliardi, ma le singole misure sono tutt'altro che definite.

 

Non è in discussione la cedolare secca del 10% (sottraendo così le voci dello stipendio dall'imponibile Irpef) e un periodo di sperimentazione di 6 mesi, ma si sta ancora valutando il tetto di reddito (secondo indiscrezioni compreso tra i 30 e i 45 mila euro) e l'ipotesi di esclusione degli statali.


Gli economisti di Moody's, l'agenzia internazionale di rating, hanno invece oggi espresso un giudizio preventivo sui tagli fiscali promessi dal nuovo governo: le nuove misure, sostengono, vanno bene per aumentare il reddito disponibile e tentare di risollevare i consumi, ma sono solo temporanee. La vera sfida per risollevare l'economia italiana è un deciso aumento della produttività che porti all'aumento dei salari senza perdere competitività.