{{IMG_SX}}Roma, 12 maggio 2008 - L'Ufficio Stampa di Palazzo Madama fa sapere che il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha dato mandato ai suoi avvocati per agire giudizialmente nei confronti delle affermazioni calunniose rese nei giorni scorsi nei riguardi della sua persona. Sarà quella la sede in cui, da una puntuale ricostruzione dei fatti, la magistratura potrà stabilire le responsabilità di coloro che hanno dato luogo ad un'azione altamente diffamatoria nei riguardi del Presidente del Senato.

 

A due giorni di distanza dalle dichiarazioni sul presidente del Senato che hanno innescato critiche durissime sia da parte della maggioranza che dell'opposizione, fatta eccezione per l'Idv, Marco Travaglio non fa marcia indietro: "Pentito? Ma per piacere, non scherziamo. Figuriamoci se sono pentito per quello che ho detto. Anzi, sono stato anche troppo buono". E aggiunge: "Nessuno dice che quanto ho affermato sia falso".


Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, attacca il giornalista: "Per quanto mi riguarda ascoltare Travaglio o guardare la Famiglia Addams è la stessa cosa, almeno finchè non sono costretto a pagare io con il canone. Se uno l'assume, però, sa a cosa va incontro e deve farsi carico dei debiti e dei crediti. Bisogna prendersela con chi l'ha assunto". Ovvero con il direttore generale Claudio Cappon? "In Rai - conclude il ministro leghista - il sistema è fatto in modo che le responsabilità non siano mai di nessuno".


Critico anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che definisce quanto accaduto sabato sera durante la trasmissione 'Che tempo che fà "un attacco a freddo che non è uno strascico della campagna elettorale, ma la considero una cosa di una gravità strepitosa e spero che questa vicenda avrà una minima conseguenza". Anche Gianfranco Rotondi, titolare del dicastero dell'attuazione del programma, stigmatizza le parole di Travaglio, ma allo stesso tempo garantisce che "il centrodestra non farà di questa occasione il pretesto per ribaltoni e repulisti in Rai".


Marina Sereni, vicecapogruppo del Pd alla Camera, afferma: "Il servizio pubblico è pagato dai cittadini ed è bene che sia un luogo di rispetto per tutti, ma non vorrei che si approfittasse di questo episodio, soprattutto dopo le scuse del conduttore, per fare un repulisti o per cercare una resa dei conti nel servizio pubblico".

Per il democratico Giorgio Merlo, "la Rai è di fronte ad un bivio: o diventa il megafono di una cultura e di uno stile che non appartengono al servizio pubblico, oppure inverte la rotta spezzando quella catena di insulti, trivialità e spazzatura che da troppo tempo caratterizza parte della programmazione dell'azienda. Il vertice dell'azienda è ora che batta un colpo e non solo per chiedere scusa dopo le ormai solite e collaudate esternazioni".


Antonio Di Pietro resta l'unico a difendere Travaglio: "Gli attacchi che sta subendo solo per aver raccontato la cronaca di fatti veri e accaduti e che riguardano nientemeno la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Schifani, dimostrano che, come al solito, quando si tratta di difendere la Casta, i vari esponenti di partito di destra e di sinistra fanno quadrato e diventano un tutt'uno".