{{IMG_SX}}Roma, 30 aprile 2008 - E' bufera sulla pubblicazione dei redditi degli italiani on line. L'Agenzia delle Entrate decide l'operazione "trasparenza" e mette alla portata di tutti le dichiarazioni del 2005. Ma monta subito la polemica. Nel giro di poche ore interviene il Garante della privacy che impone lo stop.


L'agenzia fa dietrofront e sospende tutto. L'attuale maggioranza si scatena contro il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco. "E' un fatto di trasparenza, di democrazia, non vedo problemi: c'è in tutto il mondo, basta vedere qualsiasi telefilm americano - spiega lui - Era già pronto per gennaio, ma per evitare le polemiche in campagna elettorale ho chiesto di pubblicarle più tardi".

 
Anche i consumatori, con poche eccezioni, vanno all'attacco e parlano di "violazione della privacy" e di "ghiotta informazione" fornita su un piatto d'argento ai criminali. Sulla stessa lunghezza tonda e senza peli sulla lingua il comico genovese Beppe Grillo.
Il provvedimento, con il plauso di Visco, è stato firmato dal direttore generale, Massimo Romano, nel marzo scorso.


La decisione, anticipata da 'Italia Oggi', è operativa da ieri. E scatena la corsa a verificare con un click la situazione del vicino di casa, del vip o del politico di turno, che intasa l'accesso al sito già da metà mattina e si apre una querelle con il garante della privacy.


Romano nel suo provvedimento afferma che in questa direzione andavano due decisioni dell'autorità a tutela della privacy, la prima nel 2001 e la seconda nel 2003, quando sulla poltrona di garante sedeva Stefano Rodotà. Per tutta risposta il Collegio del garante, attualmente presieduto da Francesco Pizzetti, risponde che "non se ne sapeva nulla" e, dopo una riunione di oltre due ore, chiede lo stop della pubblicazione degli elenchi.


Dopo pochi minuti l'Agenzia fa dietrofront e spiega: "a causa dell'elevato numero di accessi al sito dell'Agenzia e al fine di fornire ulteriori delucidazioni al Garante per la protezione dei dati personali è sospesa la disponibilità degli elenchi nella sezione uffici dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competenti del sito internet www.agenziaentrate.gov.it ".


All'attacco del provvedimento di Romano vanno i consumatori, con l'eccezione del Movimento Difesa del Consumatore (che definisce il provvedimento un "atto di trasparenza democratica"). L'Adoc parla di "violazione della privacy" e di "ghiotta informazione" fornita su un piatto d'argento ai criminali; il Codacons afferma che la vicenda è "preoccupante"; Adusbef e Federconsumatori si dicono "indignate per la pubblicazione on-line" e chiedono la "tempestiva rimozione di quei funzionari dell'Agenzia delle Entrate che hanno autorizzato la pubblicazione della 'colonna infame', che espone i contribuenti ad atti ritorsivi, mentre lascia indisturbati i soliti evasori".


Beppe Grillo, sul suo blog, ci va giù pesante e parla di favore fatto a "Ndrangheta, Mafia, Camorra e Sacra Corona Unita". Il comico genovese invita a inviare una mail al futuro ministro dell'Economia Giulio Tremonti per chiedergli di ristabilire "le regole della convivenza civile e blocchi l'accesso a chiunque di dati sensibili privati".