Quattro treni, quattro pendolini, quattro motori naturali capaci di sbriciolare due volte il record del mondo. E poi il leader, l’aereo che vola sulla pista trascinando in scia tutti gli altri con un ultimo chilometro impressionante. Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna sono gli artefici dell’oro nell’inseguimento a squadre nel ciclismo su pista. Battuta la Danimarca e le annesse polemiche sulla divisa, fatta inizialmente di un body ai margini della squalifica e poi di un nastro apposto sulla gamba che aveva portato i britannici a richiederne una squalifica, per chiudere con la caduta in semifinale. Sembrava oro danese nel destino…Più forte l’Italia, fine dei giochi.
Dove vedere la finale della staffetta 4x100
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Chi sono i quattro moschettieri
Quattro predestinati, con il ciclismo nel sangue e trainati da un campione del mondo a cronometro e nell’inseguimento individuale, purtroppo specialità non olimpica. Filippo Ganna è colui che ha guidato la squadra nell’ultimo chilometro, portando a termine una clamorosa rimonta di 8 decimi rispetto ai danesi che assaporavano l’oro. Ganna è un corridore della Ineos, è un campione predestinato quando si corre contro il tempo e a Imola 2020 lo ha dimostrato. Peccato per la crono con troppe salite a Tokyo, altrimenti…Nato a Verbania il 25 luglio 1996, Filippo Ganna è salito in bicicletta per la prima volta da giovanissimo grazie al padre, in gara a Los Angeles 1984 nella canoa, diventando poi uno dei migliori al mondo sia in strada che in pista. Da lì è partito tutto e a Tokyo 2020 è arrivato l’oro. Poi Francesco Lamon, classe 1994 di Mirano in provincia di Venezia. Nel Dna il ciclismo grazie al nonno, che era giudice di gara, e al papà, che da piccolo lo portava a vedere le tappe del Giro d’Italia. Cresciuto nella Uc Mirano, ora è campione olimpico grazie anche al maestro Attilio Benfatto, argento mondiale nell’inseguimento nel 1964. Simone Consonni è invece un uomo del treno della Cofidis ed è nato il 12 settembre 1994. Anche il qui il ciclismo è stato nel Dna fin dalla giovane età di 6 anni, poi grazie a un amico ha scoperto la pista fino all’oro di oggi. Papà falegname, mamma casalinga e per lui un diploma da ragioniere. Il più giovane è invece Jonathan Milan, millennials classe 2000 che corre per la Bahrain Victorious. La passione per il ciclismo arriva dal padre che correva in bicicletta e lui andava a vederlo, poi a 4 anni il primo contatto con le due ruote seppur non definitivo. Successivamente, infatti, Milan ha provato con il nuoto prima di scegliere definitivamente la bicicletta. E ha fatto bene.
Ganna
Ha trascinato i suoi compagni all'oro, e ora Filippo Ganna si gode la medaglia. "È da ieri sera che volevamo arrivare a fare qualcosa di grande. Sapevamo di avere un bel paracadute - dice riferendosi alla finale a due con la Danimarca -, ma siamo andati in in caduta libera fino al grande risultato". E aggiunge: "Un Mondiale o un europeo ti danno luce, ma un oro olimpico illumina tutto lo sport, e il ciclismo su pista ne ha bisogno".