{{IMG_SX}}Bologna, 5 luglio 2009 - Ha venduto 150mila dischi in Portogallo solo con il suo primo album, e per quel paese è un record. Era il 2001 e 'Fado em mim' (Il fado in me), fu un successo anche internazionale con grappoli di premi. Mariza — che sarà in Italia il 7 luglio a Villa Arconati di Bollate (Milano) e il 9 all’Auditorium Parco della musica di Roma — aveva 28 anni. Cantava da quando ne aveva cinque, ma se non ci fosse stato Jorge Fernando a convincerla e prenderla per mano, forse a quest’ora si esibirebbe ancora al Senhor Vinho e non all’Olympia e similari.


La cantante portoghese, nata in Mozambico nel ’73 quando il paese africano era ancora una colonia lusitana, è cresciuta nella Mouraria, il quartiere arabo di Lisbona dov’è nato il fado nella prima metà dell’Ottocento. Con esso si è sempre confrontata diventando una cantante nella case di fado, ma facendosi sentire anche nei locali dove si propone rock, soul e jazz. La svolta nel 2001: Chuva — hit originale di Fado em mim — è una canzone ormai entrata nel mito della musica popolare lisboeta. Dopo Fado curvo, Transparente, Concerto em Lisboa, ora è uscito l’album Terra e il percorso di Mariza si fa sempre più internazionale.


Mariza, che album è 'Terra', non più solo fado sempre più world music?

"Terra è il risultato di otto anni di tournée intorno al mondo. Ho avuto occasione di incontrare nuova gente e nuove culture, di avvicinare la mia musica a nuove sonorità e di capire che, rispettando le tradizioni, le radici e la cultura che abbiamo dentro, possiamo arrivare a una musica universale. Anzi, la musica deve essere universale".
 

Quali sono i confini per definirla così?

'Prendiamo il fado: ha le sue origini, le sue radici, ha il cuore che lo muove, ma lo stesso possiamo dire della musica siciliana o del tango, per esempio, che sono altrettanto forti e intensi; oppure della rebetika: ha anch’essa una radice e una cultura che sono greche, ma di sicuro può viaggiare per il mondo e confrontarsi con tutte le altre musiche tradizionali che insieme danno l’universalità'.


Qual è il sentimento che deve legare queste musiche?

"Il sentimento della vita, che è precipuo in tutti gli essere umani e che quindi appartiene a tutti noi. Il fado ha dentro di sé passione e morte, paura e allegria, tristezza. L’essere umano si nutre di tutto ciò e la musica ne rappresenta l’espressione più felice".


Quindi 'Terra' è musica universale: com’è stato realizzato l’album?

"Da amici per amici. Rispettando le radici di ognuno di noi. Ci sono musicisti portoghesi, ovviamente, ma anche il brasiliano Ivan Lins, i cubani Chuco Valdes e Ivan Lemon, il chitarrista argentino Dominic Miller, che ha suonato a lungo con Sting, il capoverdiano Tito Paris e altri ancora. C’è un evidente rispetto reciproco delle radici, ma il risultato, ripeto, è musica universale".


Lei collabora con giovanissimi musicisti portoghesi alle chitarre, Angelo Freire e Diogo Clemente (con loro in concerto ci saranno anche Marino De Freitas, Vicky e Simon James). Come mai?

"Perché sono molto bravi. Diogo Clemente è capace di scrivere poesie e musica con molta partecipazione. E riesce a rappresentare la nostra cultura come una porta che si apre al mondo".


Dieci anni fa moriva Amalia Rodrigues, lei canta da sempre fado: chi è la nuova Amalia?

"Non esiste e non esisterà mai una nuova Amalia, come non ci saranno un’altra Piaf o un altro Sinatra o un altro Camaron per il flamenco. Ci sono nuove artiste come me che fanno le loro esperienze, il loro cammino e danno alla musica portoghese nel mondo il loro contributo. La visione del mondo è nuova, Lisbona è nuova, il Portogallo è nuovo e noi dobbiamo essere nuove, ma senza dimenticare la tradizione. Amalia rimarrà tale, noi siamo altre".


Da Jorge Fernando a Ivan Lemon passando per Carlos Maria Trindade e Jacques Morelembaum, lei è stata prodotta da importanti musicisti: che cosa le ha dato ognuno di loro?

"Ognuno ha rappresentato una parte del cammino che ho fatto. La mia testa è molto aperta su tutta la musica e guarda sempre avanti per potere dire continuamente qualcosa di più. Ma certo non posso dimenticare quello che ha fatto per me Jorge con Fado em mim, che ha venduto come nessun altro album in Portogallo. Ne sono orgogliosa".
 

Che cosa pensa della musica italiana?

"Onestamente la conosco poco, torno da voi dopo diversi anni e in Portogallo se ne sente poca. Ma sono molto curiosa".


E qual è il pubblico che ha trovato più ricettivo alla musica?

"Sono dieci anni che giro e non me lo sono mai chiesto. Devi affrontare ogni pubblico alla stessa maniera, dando tutta te stessa. Non esiste un paese migliore degli altri, e poi io sono accomodante con tutti".


Come sarà lo show italiano?

"Come faccio a raccontare uno spettacolo prima che accada? E' come se ti dicessi la fine del film che stai vedendo. Comunque, a parte le sensazioni del momento, presenterò tutto l'album Terra a cui tengo molto e poi ci sarà spazio anche per qualcosa del passato, almeno cinque o sei temi ai quali tengo parecchio".