{{IMG_SX}}Roma, 11 giugno 2008- Torna Carla Bruni: da cantante. L'album si chiama 'Comme si de rien n'etait', ('Come se nulla fosse'), un titolo francamente allusivo alle sue mutate condizioni, da modella canterina del debutto al microfono, a moglie del presidente francese. E l'anteprima assoluta ce l'ha Le Figaro, il quotidiano conservatore che ci apre il suo sito web e le dedica un articolo grondante lodi: "Rivela la maturità di scrittura e di interpretazione di una cantante ormai fuori dell'ordinario".

 

Questo è sicuro. L'album esce il 21 luglio, e come osserva Le Figaro, "bisognerebbe poter parlare solo di musica", ma sventuratamente la situazione "ne fa il disco più atteso che sia stato registrato in Francia negli ultimi decenni e per motivi che nulla hanno a che vedere con la musica". Peccato, insiste, perché a parlare solo di musica, è "una prova perfettamente riuscita", con "i sortilegi di una voce fragile e densa".

 

Di musica propriamente detta in verità si parla poco (anche se si evince che alcune canzoni sono di Carla, altre di Julien Clerc, altre sono state arrangiate da Dominique Blanc-Francard, altre sono del chitarrista Freddy Koella). L'articolista paragona questo disco al precedente in lingua francese (quel 'Quelqu'un m'a dit' che nella canzone del titolo in Italia ha fatto anche da colonna sonora alla pubblicità di una automobile) affermando che si ha "L'impressione di allontanarsi un po' della vulgata folk per avvicinarsi alla canzone francese". E prosegue in toni encomiastici.

 

Al di là della musica Carla Bruni-Sarkozy infrange un tabù: una premiere dame artista (nella politica della "rottura" predicata dal presidente francese però si inserisce bene) quando chi l'ha preceduta tutt'al più ha osato occuparsi di opere benefiche. Le Figaro lamenta che "si leggeranno articoli a iosa sui versi delle canzoni tirati fuori dal contesto", già tanti sono arrossiti scoprendo che un verso dice proprio "tu sei il mio spinello" mentre a sentirla tutta il testo è ben diverso e non ha - sostiene il giornale - alcun riferimento all'inquilino dell'Eliseo: "tu sei il mio spinello/ più mortale dell'eroina afgana/ più pericoloso della bianca colombiana" (meglio? mah).

 

Perchè, difende l'articolista Bertrand Dicale, "quel che canta Carla Bruni è ancora e sempre la sua libertà, anche se i biografi si getteranno su una frase qui e là con un sorrisetto insolente".
E cita un altro spezzone: "Sono una bambina/ Nonostante i quarant'anni/ Nonostante trenta amanti/ Una bambina". Per fortuna, come afferma un'altra canzone Carla ha le spalle larghe: "Maleditemi e dannatemi/ Io me ne infischio".

 

In ogni caso, Le Figaro l'album l'ha ascoltato in esclusiva; ed è in grado di dirci che è stato registrato in diretta in studio con Freddy Koella alla chitarra, Denis Benarrosh alla batteria e Laurent Vernerey al basso: una tecnica "all'antica" che "garantisce l'emozione vera, il calore delle intenzioni, la ricchezza dell'espressione collettiva". E difatti, ci troveremo di fronte a "un bell'album di una bella maturità".
Lecito, però, pensare che qui non si parli solo di musica.