Pioggia e neve a bassa quota. Previsioni meteo: boccata di ossigeno. Basterà?

Primo cambio di rotta dopo tre mesi di siccità in molte zone d'Italia, ma il deficit da recuperare è enorme. In molti territori è stato l'inverno più secco degli ultimi 30 anni. Ecco cosa rischiamo

Roma, 27 marzo 2022 - La pioggia, finalmente. E anche la neve in montagna. Arrivano le conferme dalle previsioni meteo: una perturbazione raggiungerà l'Italia portando acqua sui territori del Nord che stanno vivendo una crisi idrica drammatica. "Dopo mesi di egemonia dell'alta pressione, con solo qualche defaillance soprattutto al Sud, ora la situazione sta per cambiare radicalmente", sottolinea il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che spiega: "correnti artiche dilagheranno sull'Europa centro-settentrionale e successivamente punteranno il Mediterraneo, smantellando letteralmente l'anticiclone e portando finalmente piogge e temporali su gran parte delle assetate terre d'Italia". Ilmeteo.it ricorda che in alcune zone dello Stivale non piove da tre mesi.

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Piogge, temporali e forte vento

Mercoledì e giovedì la svolta. "Prima perturbazione in arrivo il 30-31 marzo", dice 3bmeteo.com. "Piogge e temporali in questa prima fase colpiranno in modo particolare il versante tirrenico, ma finalmente anche il Nord Italia, sebbene dovrebbero essere coinvolte soprattutto le regioni di Nord Est. Inizialmente diverse aree del Nord Ovest potrebbero infatti vedere poche precipitazioni, tuttavia nei primi giorni di aprile un ulteriore affondo artico dovrebbe rinnovare rovesci e temporali più direttamente anche su queste regioni, oltre che sul resto dello Stivale. Il tutto accompagnato da un netto rinforzo dei venti dapprima di Scirocco e Libeccio, poi anche Ponente e Maestrale con raffiche talora superiori ai 70-80km/h su versante tirrenico, Sicilia e Sardegna". Possibile dunque l'apertura di una fase piovosa abbastanza duratura.

La mappa di 3bmeteo

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Torna la neve su Alpi e Appennini

"Le temperature molto miti di questi giorni diventeranno un ricordo, con ingresso di aria via via più fredda da Nord", avverte inoltre Ferrara. "Responsabile di un netto calo termico da fine mese, nell'ordine anche di 8-10 gradi se non oltre in montagna e a partire dalle regioni settentrionali. Contestualmente tornerà a nevicare su Alpi e Appennini dapprima a quote medio-alte, ma con fiocchi non esclusi fin sotto gli 800-1000 metri nei primi giorni di aprile". Sono ipotizzate addirittura quote collinari di 500-600 metri, ma meglio da questo punto di vista attendere ulteriori verifiche.

L'incubo siccità

Addio dunque al problema della siccità? Calma, un passo alla volta. "Dipenderà da durata ed estensione delle precipitazioni - spiegano gli esperti -. A oggi si tratta di un cambiamento abbastanza radicale con una fase instabile e piovosa che durerà almeno qualche giorno, quindi una vera e propria boccata d'ossigeno. Tuttavia è presto per capire se davvero verrà risolto il deficit idrico che al momento risulta davvero notevole e che questo episodio, qualora risultasse fine a se stesso e non seguito da altre piogge, certamente non risolverebbe del tutto", concludono da 3bmeteo.com

Cosa rischiamo

Del resto la situazione attuale è di una gravità eccezionale. Per tutta la stagione invernale - ricordano gli esperti di IlMeteo.it - buona parte delle nostre regioni non ha visto precipitazioni degne di nota tanto che, come riporta Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), "in Lombardia, in Piemonte e sul resto del Nord Ovest negli ultimi trent'anni un inverno così mite e secco non si era mai verificato". I dati elaborati dal bollettino mensile del Drought Observatory del CNR mostrano infatti una situazione di deficit pluviometrico molto intensa su gran parte dell'Italia. Emilia Romagna, Marche, Toscana e tutto il Nordovest le zone più in sofferenza, con valori estremi di siccità. Non se la passa comunque tanto meglio il resto dell'Italia dove molte regioni stanno già sperimentando una moderata di carenza d'acqua. Una situazione del genere potrebbe mettere a rischio non solo le coltivazioni, bisognose di acqua per crescere nel risveglio vegetativo anticipato da un inverno mite, ma anche l'approvvigionamento idrico per industrie e usi comuni. La mancanza di acqua inoltre influisce direttamente sulla produzione di energia nelle centrali idroelettriche. Alcune sono ferme, altre hanno limitato la produzione al 10 per cento rispetto alla potenza totale. Molti altri operatori che sono riusciti a mantenere almeno in parte la produzione temono che gli effetti della siccità saranno ancora più evidenti nei mesi estivi.

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