Covid, in Islanda le tute usate nel lockdown diventano scarponi da trekking

Chi visiterà l'isola a luglio potrà consegnare i pantaloni della sua tuta "da pandemia", che saranno trasformati gratuitamente in un paio di scarponi

In Islanda offrono ai visitatori un modo originale per riciclare i pantaloni della tuta

In Islanda offrono ai visitatori un modo originale per riciclare i pantaloni della tuta

Durante le settimane di lockdown, i pantaloni della tuta sono diventati gli inevitabili compagni quotidiani di milioni di persone chiuse in casa per il Covid. Ma adesso che finalmente siamo tornati a vivere fuori e a viaggiare dove possibile, è giunto il tempo di dire loro addio. In Islanda hanno una proposta: portategli i vostri pantaloni da pandemia, e in cambio vi daranno un paio di scarponi da trekking gratis, perfetti per soddisfare tutta la voglia arretrata di avventura accumulata in questi mesi.

Green Pass Ue in vigore dal 1° luglio Il baratto è riservato ai turisti che visiteranno l'isola a luglio. Basta prenotare un appuntamento, recarsi al negozio pop-up appositamente allestito nella capitale Reykjavík e consegnare la tuta, che verrà trasformata nel giro di un giorno in un paio di scarpe tecniche fatte a mano. Al di là del tessuto fornito dai turisti, i materiali utilizzati sono di origine vegana, così anche la coscienza è a posto. Un avvertimento: "Gli scarponi-tuta non vi proteggeranno dalla lava fusa. Niente può proteggervi dalla lava fusa. Avventuratevi responsabilmente". Il sito dedicato segnala che al momento gli appuntamenti al negozio risultano tutti prenotati, ma è possibile iscriversi alla lista d'attesa per ricevere aggiornamenti sulle nuove disponibilità. Per spingere l'iniziativa, l'ufficio turistico ufficiale Inspired by Iceland ha anche commissionato alla rapper locale Cell7 (all'anagrafe Ragna Kjartansdóttir) un divertente video musicale: Non è la prima volta che, nell'arco dell'ultimo anno segnato dalla pandemia, l'Islanda si è inventata originali trovate promozionali: nel luglio scorso era possibile registrare da casa un urlo liberatorio, che poi sarebbe stato sparato a tutto volume in sette luoghi deserti dell'isola, mentre a novembre l'ente turistico ha lanciato un sito colmo di immagini rilassanti per alleviare l'ansia indotta dal doomscrolling.