Roma, 26 dicembre 2022 - Coyote che attacca l’uomo: uno studio americano prova a spiegare le ragioni di questo comportamento choc. Mentre in America è diventato virale il video di una bambina di 2 anni che a Los Angeles è stata afferrata e trascinata via da un coyote, poi messo in fuga dal papà che l'ha salvata.
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Ma lo studio Usa si riferisce a un attacco mortale, l'unico documentato fino ad oggi. E cerca di risolverlo come fosse un cold case.
L'attacco mortale del coyote
Nel 2009 in un parco nazionale canadese Taylor Mitchell, un'escursionista di 19 anni, cantante folk, venne uccisa da un branco di coyote, primo caso documentato di attacco mortale all'uomo. Un gruppo di scienziati dell'Ohio State University ha cercato di capire dopo 13 anni le ragioni di quel tragico evento. Ed ecco le risposte ipotizzate.
"Coyote costretti a cambiare dieta per sopravvivere"
Lo studio, riferito a decine di coyote che sono stati dotati di collare GPS, ha analizzato abitudini, spostamenti e dieta degli animali. Arrivando alla conclusione che le prede erano soprattutto alci, quindi di grossa taglia perché i mammiferi più piccoli erano venuti a mancare.
L'attacco alla bimba di 2 anni
Ma se l'evento del 2009 resta l’unico caso mortale, poche settimane fa a Los Angeles un coyote ha attaccato in pieno giorno una bambina di 2 anni appena tornata dall'asilo con il papà. Le immagini, subito diventate virali, mostrano l'animale che trascina via la piccola. Il padre corre e gridando allontana il coyote. Che però fugge solo quando l'uomo gli lancia contro oggetti.
"Coyote drogati in Canada"
Ma in Canada anche nel 2021 si registrarono attacchi di coyote all'uomo nello Stanley park di Vancouver. Per quegli episodi si ipotizzò addirittura che gli animali fossero drogati dopo aver ingerito involontariamente oppioidi.