Come Ariete su una generazione: "Più impegno"

Sarà al Festival anche l’ex ragazzina della scena indie acclamata dai giovani: "Ai miei coetanei dico che dobbiamo reiventarci"

Ariete, pseudonimo di Arianna Del Giaccio, 20 anni

Ariete, pseudonimo di Arianna Del Giaccio, 20 anni

Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. Tutto è avvenuto durante il lockdown, con i dischi d’oro dei singoli Amianto e Pillole che l’hanno trasformata da "una ragazza x di Anzio" a eroina delle hit-parade. Anello al naso, ma filo di perle che ballonzolano sul titolo di Tame Impala “new person, same old mistakes“ tatuato proprio sotto il collo, Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

Ariete, com’è iniziata questa avventura?

"Ho scritto il brano la scorsa estate. Era la mia prima collaborazione con Dardust. Quando ho deciso di andare al Festival, dopo due ore di scrittura senza risultato con Edoardo (D’Erme, alias Calcutta, ndr.) l’ho tirato fuori dal cassetto e gliel’ho fatto sentire. E lui con la sua scritturagli ha dato quel che mancava".

Il testo dice "tu buttati con me, mare di guai, non so nuotare in una vasca piena di squali vestiti da sera…". I predatori da dove affiorano?

"Sono mostri autogenerati. Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi".

C’è mai stata in "alto mare"?

"Nel 2018 ho trascorso quattro mesi in Brasile. Avevo solo sedici anni e qualche brivido sono andata a cercarmelo. Qualche esperienza carica d’adrenalina, tipo buttarmi nel vuoto aggrappata a una carrucola, l’ho fatta".

Se dovesse fare un’autocritica alla sua generazione, quale sarebbe?

"Vuoi anche a causa del Covid, che ci ha tolto un po’ di socialità, abbiamo perso un po’ il concetto di “impegno“. Anche se generalizzare è sbagliato. Io durante il lockdown ho trovato una strada e un lavoro, ma quanti hanno perso le loro certezze? Sono una grande fan dell’adolescenza e posso dire di essermela goduta, ma mio fratello, che oggi ha 18 anni e s’è visto rinchiudere in casa a 15, no".

In un’intervista ha detto che i nostri nonni "hanno avuto gli attributi" e i nostri genitori si sono mangiati tutto. La generazione di oggi cosa dovrebbe fare?

"Dovrebbe reinventarsi. Ma occorrerebbe uno Stato capace di sostenere il processo. L’abolizione di un incentivo come il bonus cultura non è un segnale in questa direzione".

La sua posizione rimane critica verso Giorgia Meloni?

"Non ho nulla contro di lei. Ma da donna italiana e cristiana dovrebbe capire l’importanza del “vivi e lasciar vivere“. A me non dà fastidio che lei sia cristiana e italiana, a lei non dovrebbe dare fastidio che un ragazzo sia gay e senegalese. Tutto qui".

Si sente un riferimento?

"Non voglio essere l’icona generazionale di qualcuno. Vorrei solo poter uscire per mano con la mia ragazza, o col mio ragazzo, senza che qualcuno si sentisse infastidito. Fino a che un ragazzo con gonna e tacchi non accoltella qualcuno spero tanto non venga accoltellato lui. Poi se qualche ragazzo o ragazza mi prende come esempio per fare coming out sono, ovviamente, contenta".