CESARE DE CARLO
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Zelensky in America. Biden abbraccia il leader ucraino. E concede i Patriot

L’omaggio del presidente Usa: "Sei l’uomo dell’anno, siamo con te". Lunga visita alla Casa Bianca, poi il discorso al Congresso

Washington, 22 dicembre 2022 - La guerra non è finita, ha detto ieri Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, al presidente americano Joe Biden. "Per ora grazie a voi controlliamo la situazione". Ma non gli basta. La vorrebbe finire, vale a dire vincere. E chiede altre armi. Armi più potenti e sofisticate dei Patriot, i missili antimissile promessi dal padrone di casa. Arriveranno? Il Congresso americano è chiamato a decidere. Ma teme un’escalation. Ed è diviso sulla irriducibilità di Zelensky, che anche ieri ha insistito su due principi, peraltro sacrosanti ma radicali, della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale. Più o meno le stesse divisioni che mettono a rischio la compattezza degli alleati europei stanchi del conflitto. Biden le nega. Nato e Ue "non sono mai state tanto unite", ha detto in conferenza stampa.

Al suo fianco l’"uomo dell’anno" (Time Magazine) appariva provato nella mise mimetica che indossa dal 24 febbraio, giorno dell’aggressione. Era reduce da due ore di colloquio alla Casa Bianca. Più tardi alle 19.30 (notte fra mercoledì e giovedì in Europa) ha parlato al Congresso. Grande emozione. Grandi ovazioni. Già in mattinata, prima della visita lampo da Kiev, un portavoce della Casa Bianca aveva assicurato il sostegno americano "sino a quando sarà necessario". Necessario sino a che punto? Sino alla improbabile riconquista di tutte le regioni occupate dai russi? O sino al raggiungimento di una tregua che risparmi altre stragi, si apra a compromessi territoriali e finalmente alla pace? È impensabile che Vladimir Putin, l’aggressore, sia disposto ad ammettere la sconfitta e si ritiri con le coda fra le gambe.

Aggiornamento: Ucraina news, Mosca: "Le armi dell'Occidente non aiutano a risolvere il conflitto"

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Zelensky alla Casa Bianca: "Voglio vincere guerra". Biden: "Putin perderà"

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Biden e Zelensky
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AEREO MILITARE USA

Sorpresa, segretezza, tensione. Quello di ieri era il primo viaggio estero del presidente ucraino dall’inizio della guerra. Aveva lasciato Kiev di notte, nella segretezza assoluta, fra mille altre precauzioni. Prima tappa in Polonia. Seconda tappa la base aerea americana di Ramstein presso Francoforte. Di qui trasvolata atlantica verso Washington DC su un Gulfstream C-37B scortato da caccia americani. Stessa cosa al ritorno, dieci ore dopo. Visita simbolica? Così l’aveva definita Joe Biden nel presentare al Congresso l’ennesimo pacchetto, anzi paccone di aiuti militari, umanitari, economici. Altri 50 miliardi di dollari che – rivela il New York Times – fanno salire il totale a 100 miliardi.Venti di questi in forniture militari, 2 per i Patriot, che dovrebbero intercettare e distruggere i missili russi.

BANDIERA DI BAKHMUT

In effetti la visita ha avuto una fortissima valenza emotiva. Destinatario principale il Congresso. Non a caso nel bagaglio di Zelensky figurava una onorificenza di un capitano dell’esercito ucraino consegnata a Biden e la bandiera dei reparti che combattono a Bakhmut. Quest’ultima era destinata a Nancy Pelosi, Speaker del partito democratico. Iniziativa studiata con la Casa Bianca. Ma il problema è che dal 3 gennaio lei non sarà più Speaker. Le succederà Kevin McCarthy, un repubblicano.

Repubblicana e non più democratica sarà la Camera, mentre in Senato i democratici avranno un solo voto di maggioranza. Ebbene McCarthy è riluttante a dare all’Ucraina altri "assegni in bianco". Continuare ad appoggiarla? Certamente – dice alla Fox il senatore Kevin Cramer (North Dakota) – "ma il nostro primo obbligo è spendere quei soldi per i nostri elettori e non per coloro che sono rappresentati da lui". Lui è Zelensky.

Standing ovation per Zelensky
Standing ovation per Zelensky

IMPEGNO NON INCONDIZIONATO

Ma è prevedibile che il nuovo Congresso, senza il quale il presidente non può spendere un dollaro, reinterpreterà la frase della Casa Bianca. Sostegno sino a quando sarà necessario? È probabile che venga condizionato a limiti nei mezzi, nei tempi, nelle implicazioni. Per esempio a proposito dei Patriot. Per renderli operativi gli americani dovranno inviare consiglieri militari. Rischio: un’escalation. Il Vietnam per gli Usa cominciò così, con i consiglieri inviati da Kennedy.

COMPROMESSI PER UNA TREGUA

Zelensky per favorire una tregua dovrebbe accettare l’idea di compromessi territoriali. Prioritario – dice Lauren Boebert, Congresswoman del Colorado – è scongiurare quella che lo stesso Putin, dopo averla provocata, definisce una "tragedia". Putin se l’è presa anche con Paesi terzi’ che speculano sul conflitto. È un’accusa che, al di là dell’odiosità di colui che la formula, merita attenzione. Non è un mistero che la dottrina Biden punti sul dissanguamento della Russia. L’ha esposta il segretario alla Difesa Lloyd Austin: "...indebolire la Russia per scongiurare che faccia altrove quel che sta facendo in Ucraina". Già ma a che prezzo!