Wali, chi è il cecchino canadese in Ucraina e perché è il più letale al mondo

Ha 40 anni, ha lasciato moglie e figlio di un anno per raccogliere l'appello di Zelensky: "Questa è un'apocalisse in divenire"

Wali, il cecchino franco canadese

Wali, il cecchino franco canadese

Roma, 11 marzo 2022 - Tutti lo conoscono come Wali. Il vero nome del cecchino franco canadese arrivato in Ucraina resta un mistero. È uno dei foreign fighters che hanno raccolto l'appello lanciato da Zelensky. Di lui ha parlato qualche giorno fa anche la Cnn. Al giornale americano ha raccontato di aver ricevuto una richiesta di aiuto da suoi contatti ucraini: "Un amico mi ha telefonato e mi ha detto: abbiamo davvero bisogno di te". Da lì la decisione di partire, sul posto troverà chi gli fornirà le armi per svolgere il suo mestiere. Che è, senza giri di parole, uccidere. Nel suo campo viene ritenuto "il più letale al mondo". Almeno per quanto riguarda l'Occidente. E questo perché i suoi numeri sono tragicamente sbalorditivi: un cecchino può uccidere 5-6 nemici al giorno. Uno micidiale riesce ad eliminarne dai 7 ai 10. Leggenda vuole che Wali sia in grado di abbatterne fino a 40 in 24 ore. La guerra è anche questo. 

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Ex membro del 22esimo reggimento reale canadese, ha servito in Iraq e Afghanistan dal 2010 in poi. Ed è proprio a Kabul e dintorni che la sua storia è divenuta di dominio mondiale, che il suo nome è entrato nel 'mito' degli ambienti militari. Sono gli afghani ad averlo chiamato per la prima volta "Wali".

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Ora da soldato volontario ha attraversato l'Oceano per dar man forte agli ucraini impegnati a respingere l'invasione russa. Con lui, si stima, ci sarebbero altri 20mila foreign fighters al fianco di Zelensky. Wali, 40 anni, ha lasciato in Canada moglie e figlio di un anno. Ha mollato anche il suo lavoro come programmatore di computer per unirsi alla causa ucraina.  Il 27 febbraio, tre giorni dopo l'attacco delle truppe di Putin, ha aperto un diario online in cui racconta la sua esperienza di guerra. E dove lancia un appello agli aspiranti soldati volontari sparsi per tutto il mondo: "Basta rimanere passivo aggressivo. Corri! Non abbiamo tempo da perdere", scrive. E accanto all'esortazione aggiunge qualche consiglio: prendere un volo per Cracovia, attraversare il confine dal lato Polonia e quindi contattarlo. Wali quella frontiera l'ha varcata il primo marzo, accolto come un eroe dalla popolazione locale. Da lì i suoi aggiornamenti quotidiani sono lo specchio di come stia procedendo il conflitto. Anche dal fronte meno conosciuto, quello della gente comune. Il cecchino racconta di come gli ucraini stiano difendendosi dall'invasione. Del contadino che ha aspettato che i soldati russi andassero in pausa per trainare e nascondere i carri armati. O dei condomini che hanno intrappolato militari di mosca nel loro palazzo, togliendo all'improvviso la corrente elettrica. Schegge di resistenza a cui Wali si è unito. Ha costruito molotov, preparandosi alla battaglia.  "Fino a una settimana fa facevo il programmatore, ora tengo in mano missili anticarro, pronto a uccidere persone vere. Questa adesso la mia realtà", ha detto qualche giorno fa. E quando dalla cittadina in cui era arrivato subito dopo aver varcato il confine si è spostato nei sobborghi, ha toccato con mano la povertà, la fame che sta ai margini della guerra, divenendone talvolta la subdola protagonista: "Questa è un'apocalisse in divenire". 

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