ALESSANDRO FARRUGGIA
Archivio

Ucraina, come andrà a finire? Un anno di guerra e la pace resta un miraggio

Per lo zar la sconfitta è la fine del potere: non può perdere la Crimea e il collegamento col Donbass. In Europa nulla sarà più come prima: si è aperta un’epoca di tensioni. Solo la Cina può guadagnarci

Roma, 24 febbraio 2023 - Un anno dopo, è ancora la guerra la prospettiva che si profila all’orizzonte. Putin e Zelensky contano sempre di vincere e oltretutto hanno stretti margini per trattare, perché se cedono troppo rischiano il loro potere. Ma una cosa è certa, il mondo non sarà più lo stesso e l’Europa ne uscirà più forte ma sempre più legata all’America. È quanto spiegano a Qn quattro osservatori qualificati: l’ambasciatore Giampiero Massolo, lo storico militare Gastone Breccia, l’analista Nona Mikhelidze e il generale Carlo Jean: ecco le loro risposte.

Russia, "Putin decise il via all'invasione in segreto. Lavrov fu informato dopo"

Irpin, il pianto di una donna davanti alla sua casa in fiamme (Ansa)
Irpin, il pianto di una donna davanti alla sua casa in fiamme (Ansa)

Usa: "Valutiamo l'invio di jet a Kiev". Marina italiana: Mai così tante navi russe, anche nello Ionio

1) Cosa succederà sul campo

"Sul campo – osserva Giampiero Massolo – in questo momento c’è una situazione di guerra di attrito, con entrambi i contendenti che non vogliono avviare alcun tipo di negoziato perché stanno preparando un’offensiva. Ci aspettiamo a breve un attacco russo al quale si contrapporrà una controffensiva ucraina. Solo dopo potremo dire se e quando ci saranno prospettive di pace". "La guerra – prevede Nona Mikhelidze – sarà lunga. Zelensky ha detto che conta di chiuderla entro il 2023 ma è il leader di una nazione in guerra e la sua narrativa deve essere incoraggiante. È difficile credere che si si possa chiudere la partita entro l’anno. La Russia ha già iniziato la sua offensiva che non va per niente bene, l’Ucraina pianifica la sua offensiva prima dell’estate. Passata questa fase, dopo l’estate, sarà più facile ragionare sul futuro di questa guerra". "La Russia – dice Gastone Breccia – ha assoluto bisogno di una vittoria sul campo entro l’estate e farà di tutto, a ogni costo, per guadagnare un vantaggio tangibile mentre l’Ucraina cercherà di resistere per poi puntare nella seconda metà dell’anno a contrattaccare. Di sicuro la guerra continuerà per tutto il 2023, a meno di grosse sorprese". "A mio avviso – sostiene il generale Carlo Jean – ci sarà una intensificazione del conflitto all’inizio della primavera, quando partirà una offensiva russa che però potrebbe anche essere anticipata da un attacco ucraino per rompere la continuità territoriale tra Crimea e Donbass. I combattimenti saranno molto intensi fino all’estate. Se l’offensiva russa fallisce può darsi che si determinino le condizioni per un negoziato. Altrimenti si andrà per le lunghe".

2) Qual è il punto di caduta per Zelensky?

"Zelensky – osserva il generale Jean – può eventualmente accettare cessioni territoriali, ma non più della Crimea e il territorio del Donbass". "Per Zelensky – sostiene il professor Breccia – il minimo è non perdere altro terreno, ma il suo obiettivo è interrompere il collegamento terrestre tra Crimea e Donbass. Questa sarebbe una vittoria tale da poter dire: ci sediamo al tavolo e discutiamo del resto". "Zelensky – nota Mikhelidze - è il popolo ucraino. Deve chiedere ai suoi il tipo di accordo che è accettabile, altrimenti sarebbe sconfessato. L’89% degli ucraini dice che vuole combattere anche in caso di attacco nucleare contro di loro e quindi il margine è stretto. Quel che Zelensky non potrà mai accettare é qualcosa meno dello status al 24 febbraio 2022". "Prima o poi, ma non è questo il momento – dice invece Massolo – gli ucraini dovranno fare i conti con il fatto che la vittoria totale sul campo non può avere luogo. A quel punto, dipenderà dal campo quale sarà il compromesso possibile".

3) Qual è il punto di caduta per Putin

"La linea rossa di Putin è molto ambigua", nota Massolo . "Il punto di caduta per i russi – osserva il professor Breccia – è non scendere al di sotto dei territori che controllano oggi. Se perdessero altro terreno sarebbe una sconfitta che comporterebbe conseguenze anche politiche" . "Putin – spiega Mikhelidze – ormai è entrato in una spirale nella quale non può fare un passo indietro. Di certo non potrebbe in alcun modo, mai, accettare di tornare a meno dei confini pre febbraio 2022. Se lo facesse, il giorno dopo dovrebbe lasciare".

4) Putin sopravviverà alla guerra?

"Il destino di Putin – osserva Massolo – dipenderà da come finisce il conflitto. Siamo stati abituati dalla storia al fatto che le dittature franano di colpo, ma gli elementi sui quali si fonda il potere di Putin, gli apparti di sicurezza, l’apparato militare, non ultimo il consenso della popolazione, mi sembra difficile che nell’immediato franino tutti assieme. E poi c’è un’altra domanda da farsi: chi gli succederebbe? È una incognita". "L’eliminazione di Putin – concorda il generale Jean – potrebbe non essere nel nostro interesse, perché potrebbe portare a una frantumazione della Russia che aprirebbe grandi rischi". "La sopravvivenza di Putin – è netta Nona Mikhelidze - dipende da come finirà la guerra. Se perde, cadrà". "Putin – osserva il professor Breccia – sopravviverà se riesce a tenere almeno quello che ha in mano oggi, che potrebbe ancora contrabbandare come mezza vittoria".

5) Come cambierà l'Europa dopo la guerra?

"Quello che temo – osserva Massolo – è che l’ordine di sicurezza in Europa non possa più essere basato su un decente rapporto di collaborazione e di interdipendenza con la Russia ma su una contrapposizione. E quindi prepariamoci ad un equilibrio europeo che sarà caratterizzato da quel che io chiamo una nube tossica: e cioè sul prevalere di una situazione di tensione". "L’Europa certamente è più unita di un anno fa – osserva il professor Breccia – con una rottura dell’asse Berlino-Mosca e un rafforzamento dell’asse con l’America che permarrà, anche se da un punto di vista economico l’Europa cercherà di essere indipendente dagli Usa".

6) Come cambierà il mondo dopo la guerra?

"Per gli equilibri mondiali – spiega Massolo – noi pensavamo di essere avviati ad una sorta di condominio tra Usa e Cina. L’aggressione di Putin ha rallentato questo processi di polarizzazione. Indubbiamente l’Occidente corre il rischio di perdere per strada il “resto“, ma, attenzione, non dobbiamo neppure pensare che questo “resto“ diventi una guida compatta a guida cinese. Si presenterà uno schema magmatico di una transizione che potrebbe essere anche molto lunga, che si allontanerà una forma di ordine globale". "La Cina trarrà vantaggio dalla situazione osserva il professor Breccia – e aspira a diventare il secondo punto di riferimento dell’ordine mondiale: pensa con favore a una Russia indebolita dalla guerra e che le sia partner junior. Molto interessante sarà capire se Biden riuscirà a portare l’India dalla sua".