Attentati in Sri Lanka, esplosioni in chiese e hotel. 290 morti

Ministro della Difesa: "Identificati i responsabili, estremisti religiosi". Tra le vittime anche stranieri, fermati sette sospetti

Sri Lanka, la chiesa di San Sebastiano a Negombo dopo l'esplosione (LaPresse)

Sri Lanka, la chiesa di San Sebastiano a Negombo dopo l'esplosione (LaPresse)

Colombo (Sri Lanka), 21 aprile 2019 - Terrore in Sri Lanka. Una serie di esplosioni simultanee in hotel di lusso e chiese ha funestato la domenica di pasqua in tutto il Paese, a partire dalla capitale Colombo. Pesantissimo il bilancio, che si aggrava di ora in ora: l'ultima cifra ufficiale parla di 290 morti e 500 feriti. Tra le vittime anche numerosi stranieri, almeno 35, in prevalenza statunitensi e britannici. Le autorità hanno però confermato che hanno perso la vita anche un olandese, un portoghese e un cinese. Secondo i media locali poi sarebbero stati uccisi anche due ingegneri turchi, impegnati in progretti nel Paese, mentre l'ospedale nazionale riferisce anche di altre nazionalità (Giappone, Marocco, Pakistan, India). La Farnesina è al lavoro per accertare se negli attentati, non ancora rivendicati, siano coinvolti anche italiani. Il ministero ha diffuso anche un numero per le segnalazioni: +390636225.

COLPITA LA CAPITALE - Sei le esplosioni avvenute nella mattinata (alle 8.45, le 4.30 in Italia): nella capitale sono stati colpiti il santuario di Sant'Antonio e gli alberghi Shangri-La, Kingsbury e Cinnamon Grand. Attacchi poi ad altre due chiese a Negombo e Batticaloa. L'arcidiocesi ha annunciato che tutte le celebrazioni pasquali sono state cancellate nel paese. Il ministro della Difesa ha imposto il coprifuoco notturno.

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NUOVE ESPLOSIONI - Intanto, mentre la macchina dei soccorsi era al lavoro da ore e le autorità lanciavano appelli via Twitter alla popolazione affinché restasse in casa, nei sobborghi di Colombo - a Dehiwala e Dematagoda - si registravano altre due esplosioni: l'ottava sarebbe stata causata da un kamikaze che si è fatto esplodere uccidendo tre poliziotti, che erano entrati in una casa per perquisirla.

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"IDENTIFICATI I RESPONSABILI" - Tutti i responsabili degli attacchi "sono stati identificati" e verranno arrestati "il prima possibile": ha detto il ministro della Difesa, Ruwan Wijewardene, che ha parlato di atti di "terrorismo" compiuti da estremisti religiosi. Già sette persone sospette sono state arrestate ha aggiunto l'esponente di governo.

STATO D'EMERGENZA - Il governo dello Sri Lanka ha dichiarato lo stato d'emergenza e ha convocato un consiglio dei ministri straordinario, presieduto dal premier, Ranil Wickremesing. Il governo ha anche decretato un coprifuoco di 12 ore in tutto il Paese. Il governo ha annunciato anche un 'blackout' dei social e dei servizi di messaggeria con effetto immediato. Il presidente Maithripala Sirisena ha invitato la popolazione alla calma e a collaborare con le autorità nelle loro indagini.

IL PRIMO MINISTRO DELLO SRI LANKA - Il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha condannato gli attacchi definendoli "codardi" e ha assicurato che il governo stava lavorando per "contenere la situazione".  "Invito tutti i cittadini dello Sri Lanka in questo tragico momento a rimanere uniti e forti. Il governo sta prendendo provvedimenti immediati per contenere questa situazione", ha scritto su Twitter.

NESSUNA RIVENDICAZIONE - Nessuno ha finora rivendicato gli attentati, anche se - secondo quanto scrivono i giornali locali - dieci giorni fa il capo della polizia aveva messo in guardia contro possibili attentati kamikaze a "chiese di rilievo" del Paese. Nel Paese i cristiani sono il 7,4% della popolazione.

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PAPA: " TRISTEZZA E DOLORE" - "Affettuosa vicinanza" alle vittime è stata espressa da Papa Francesco. "Ho appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka", ha affermato Papa Francesco nell'augurio pasquale, dopo la Benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale della Basilica Vaticana. "Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza", ha detto Francesco. "Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento", ha aggiunto il Pontefice.

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LE REAZIONI INTERNAZIONALI - Solidarietà e condanna sono stati espressi dai leader di tutto il mondo. "In queste drammatiche ore, interprete dei sentimenti degli italiani, desidero far giungere a Lei e all'amico popolo dello Sri Lanka le più sincere espressioni di cordoglio e di condanna di questo vile gesto di insensata violenza", ha scritto il presidente Sergio Mattarella al suo omologo Maithripala Sirisena. Cordoglio è giunto, via Twitter, a nome del governo anche dal premier Giuseppe Conte.

Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso in un telegramma le sue condoglianze, confermando "che la Russia è stata e rimane un partner affidabile dello Sri Lanka nella lotta contro la minaccia terroristica internazionale". Donald Trump ha invece affidato a Twitter il suo cordoglio, aggiungendo che gli Usa sono "pronti ad aiutare". 

 "Siamo sconvolti dalla notizia degli attacchi ai cristiani nello Sri Lanka", scrive sempre su Twitter il portavoce della cancelliera tedesca, Angela Merkel. "Li piangiamo e preghiamo per i feriti e per i loro familiari: il terrorismo, l'odio religioso e l'intolleranza non possono essere autorizzati a vincere", aggiunge. Anche Il premier spagnolo, Pedro Sánchez, ha condannato "i terribili attentati". "Un crimine disgustoso. Siamo tutti figli di Dio. Un attacco contro una religione è un attacco contro tutti noi": ha affermato il Capo dello Stato israeliano Reuven Rivlin. E una dura condanna è giunta anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan: "Questo è un assalto a tutta l'umanità"

Cordoglio e sostegno anche dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, mentre la premier britannica Theresa May si appella all'unità "per assicurarci che nessuno debba mai praticare la propria fede nella paura".