Covid, allarme Omicron negli Usa: "Ondata in autunno con 100 milioni di casi"

Secondo le stime del governo sarà colpito il 30% della popolazione americana

Washington, 7 maggio 2022 - Previsioni sul Covid che annunciano mesi difficili negli Stati Uniti. Cento milioni di americani, circa il 30% della popolazione, potrebbero essere contagiati dal Coronavirus in autunno e in inverno: secondo le stime del governo Usa, mentre cerca di far approvare al Congresso altri 22,5 miliardi di dollari per vaccini, terapie e test, trovando però l'opposizione dei repubblicani che insistono per una cifra più bassa (10 miliardi). La nuova ondata, legata al rapido evolversi del virus con Omicron 4 e 5 e le altre sottovarianti, comincerebbe questa estate nel Sud per poi iniziare a espandersi in autunno nel resto del Paese.

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"Rapportando il dato alla nostra popolazione", che è circa 5 volte e mezzo inferiore rispetto a quella statunitense (quasi 60 milioni contro oltre 330 milioni), "per l'Italia vorrebbe dire calcolare quasi 20 milioni di casi", oltre 18 milioni per la precisione, dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale. Ma attenzione a leggere bene questa cifra vicina ai 20 milioni che sembra abnorme, avverte l'esperto. "Bisogna considerare innanzitutto - precisa - che già oggi ci sfuggono le dimensioni reali del contagio, perché le stime ci dicono che i casi giornalieri sono 2-2,5 volte più di quelli rilevati dai bollettini, e quindi probabilmente il 40-50% della popolazione si è in qualche modo infettato. Inoltre, teniamo presente che la grande maggioranza delle infezioni è asintomatica".

Ciò premesso, al di là delle previsioni numeriche sempre complicate, sulla base dell'andamento che si osserva in Sudafrica (con Omicron 4 e 5) e States (con la 'figlia' di Omicron 2 BA.2.12.1), Pregliasco conferma l'opportunità di "valutare se rivedere al rialzo nel prossimo futuro le aspettative che avevamo per l'inverno che verrà, immaginando una pesantezza di Covid-19 un po' maggiore dell'atteso". Tutto questo non per creare allarmismo, puntualizza il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, ma per spingerci a "rinforzare assolutamente anche in Italia la capacità di individuazione e monitoraggio delle nuove varianti e sottovarianti, dunque la capacità di reazione". Sars-CoV-2 torna a ribadire il virologo, non si è ancora rabbonito del tutto né raffreddorizzato, e mostra "un'invasività associata soprattutto alla sua instabilità e quindi capacità di mutare".

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