Coronavirus, Iss: "Numero dei casi di contagio sottostimato"

Il direttore del Dipartimento malattie infettive: "Meno letale della Sars ma più dell'influenza"

Coronavirus, code in Cina per comprare maschere (Ansa)

Coronavirus, code in Cina per comprare maschere (Ansa)

Roma, 29 gennaio 2020 - Quanto sono attendibili i numeri che arrivano dalla Cina sul numero di contagiati dal Coronavirus? "Non credo che la Cina stia dando dati non completi per nascondere un problema. Il punto è che i dati sono relativi solo ai casi accertati, e questo lo faremo anche noi. Nel senso che sfuggono tutti i casi più lievi. Questo comporta una sottostima del numero dei casi. Quindi non saranno 6.000 contagiati, ma di più. Secondo i modelli inglesi, per esempio, le stime vanno da migliaia di casi ad alcune decine di migliaia". Il quadro sull'emergenza Coronavirus viene tracciato da Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di sanità al termine di una riunione tecnico-scientifica presso lo stesso Iss. "Se ci fermiamo ai dati ufficiali sottostimiamo notevolmente il numero di casi, semplicemente perché c'è una capacità limitata di intercettare tutti i casi", ha aggiunto Rezza, osservando che nelle città cinesi il virus "corre sicuramente più velocemente che nei villaggi". 

Sul tasso di letalità invece "rimangono grossi dubbi per via dei numeri imprecisi, possiamo dire che probabilmente non siamo ai livelli della Sars ma forse qualcosa in più dell'influenza", ha spiegato Rezza, che sul tasso di mortalità avverte "che è impossibile valutarlo" ma se "confrontato sui numeri della popolazione cinese è bassissimo. La maggior parte dei morti sono persone anziane o con malattie croniche ma - conclude - la differenza con l'influenza è che per questa abbiamo un vaccino".

L'eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, dovuto cioè al contatto con una persona infetta, come avvenuto oggi in Germania, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure da prendere per arginare l'epidemia già in atto. "Il contatto con persone provenienti dalla Cina, come in questo caso - spiega - non si può escludere, anche se è ancora presto per sapere con che frequenza e in che condizioni questo possa avvenire. L'importante è essere pronti a reagire con le misure di isolamento per le persone infette e di ricerca e monitoraggio di altri soggetti eventualmente a rischio. Il nostro paese prevede un primo screening all'arrivo in aeroporto, che è fondamentale, ma siamo pronti anche a intervenire in momenti successivi, con anche tutte le Regioni che sono allertate. Per tutti i dubbi il ministero ha istituito il numero verde 1500, che risponde anche in cinese, e può dare le indicazioni del caso anche a chi ritiene di aver avuto contatti a rischio".