La Caravella portoghese e la puntura incubo dei mari. Ha 10 veleni (ma non è una medusa)

Le alte temperature del Mediterraneo attirano le pericolosissime e mortali Physalia physalis. Ecco dove sono state avvistate in Italia, e come riconoscerle. Cosa fare se punti

Una Caravella portoghese o Physalia physalis

Una Caravella portoghese o Physalia physalis

Roma, 23 luglio 2022 - La Caravella portoghese è arrivata nei nostri mari con il suo carico di veleni tossici per l'uomo (Ma attenzione non è una medusa, ndr), che possono essere anche letali. Un incubo che generalmente compie tutto il suo ciclo vitale nelle acque dell’Oceano Atlantico, ma che viene attratta dalle acque calde, e il Mediterraneo sta diventando un habitat ideale per questa 'finta' medusa. Infatti la Caravella portoghese o Physalia physalis, è un sifonoforo (un ordine di idrozoi, una classe di invertebrati marini appartenenti al phylum degli Cnidaria, composto da circa 150 specie olopelagiche).

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Non è una medusa

La Caravella portoghese non è un unico essere, ma è un organismo coloniale, composto da 4 piccoli tipi di polipi associati tra loro, che svolgono funzioni diverse.Il primo è la "vela" ed è chiamato pneumatoforo: è la sacca che si vede colma di gas solcare il mare in superficie, e il suo compito è proprio quello di mantenere a galla l'organismo. La lunghezza varia tra i 9 e i 30 cm, ed è alta fino a 15 cm. E' trasparente con sfumature blu, viola, rosa o malva. Nella sacca di galleggiamento, che l'organismo può gestire, vi è una miscela di gas composta per il 14% da monossido di carbonio e il resto da azoto, ossigeno e argon nonché tracce di biossido di carbonio. La Caravella può gonfiarsi o espellere il gas grazie a un orifizio con sfintere che si trova all'estremità della pneumatofora. Inoltre può controllare la sua aerodinamicità modificando la cresta. Nonostante tutto ciò non ha una possibilità di spostarsi autonomamente ed è trasportata dal vento e come una Caravella, naviga con un'angolazione dipendente dalla curvatura della parte emersa e dalla resistenza della parte sommersa. 

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Aumenta nel Mediterraneo

Il pericolo per l'uomo si trova nei tentacoli che sono al di sotto della 'vela', lunghi circa 10 metri, ma ne sono stati trovati lunghi fino a 50 metri. La Caravella può contare su oltre dieci tipi di veleno, conservato nelle nematocisti nei tentacoli. Queste sostanze tossiche sono in grado di paralizzare e uccidere rapidamente piccoli pesci e una varietà di altre prede di piccole dimensioni. Ogni veleno ha un colore diverso e per alcuni non esistono ancora rimedi. Una pericolosità che persiste anche quando si sono staccati dall'organismo, anche perché la tossina resta attiva a lungo tempo, come hanno dimostrato diversi casi in Australia, che conta oltre 10.000 punture sull'uomo l'anno sulla costa orientale. Nei nostri mari la Physalia physalis è segnalata dagli anni '80, anche se sono stati trovati riferimenti in alcuni scritti del 1850. In questi giorni le alte temperature del mare stanno favorendo il loro proliferare. Così abbiamo una donna ricoverata a Catania per due giorni dopo essere entrata in contatto con la Caravella, e segnalazioni stanno arrivando oltre che dalla Sicilia, anche da Sardegna, Stretto di Messina e mar Ligure.

Veleno e tossine pericolosi

Una delle tossine in questione è la ipnotossina, o anche chiamata fisalitossina), che presenta proprietà ipnotiche, provocando la "sindrome fisalica", cioè dolore lancinante, voltastomaco, perdita di coscienza, fino ad arrivare all'arresto cardiaco. Sulla pelle generalmente si formano delle bolle, erezioni cutanee che possono lasciare a lungo cicatrici.

Cosa fare se si viene punti

Non essendo una medusa i sistemi classici non servono. Prima cosa da fare è rimuovere i residui dei tentacoli e la sostanza urticante dalla pelle. Poi provare a lavare la zona interessata con acqua salata e poi con quella calda, a 45 gradi per venti minuti, rimedio che allevierà il dolore. Se ad essere irritati sono gli occhi si consiglia di lavare abbondantemente, almeno 15 muniti, con acqua dolce a temperatura ambiente. Tra i rimedi anche il bicarbonato e un gel astringente al cloruro di alluminio. da escludere alcol, ammoniaca o impacchi di aceto. In ogni caso è meglio rivolgersi alla Guardia medica.