Atene, 17 giugno 2013 - Il Consiglio di Stato greco, massima autorità giuridica del Paese, ha annullato la chiusura della tv pubblica Ert, operata dal governo per obbedire al piano di privatizzazioni della troika. Il Consiglio ha ordinato la riapertura della tv fino a quando non sarà costituito un nuovo organismo.

Secondo la sentenze provvisoria, la decisione del governo di spegnere il segnale dell'emittente è stata illegale, ma è comunque suo diritto chiudere la compagnia. Poco prima della decisione dell'alta corte, lo stesso governo guidato dal premier conservatore, Antonis Samaras, era ritornato in parte sui propri passi e a conclusione di una riunione con i partner di sinistra della sua coalizione, formulando la proposta di una ripresa ''parziale'' del servizio pubblico radiotelevisivo.

La gestione provvisoria proposta dal governo prevede che il servizio pubblico riparta sotto la direzione di una commissione a tre, composta dai rappresentanti dei tre partiti che compongono la coalizione di governo (il conservatore Nea Dimokratia, il socialista Pasok e la sinistra democratica), che avrà l'incarico di individuare i nomi dei giornalisti che condurranno l'emittente in questa fase transitoria, assistiti, ha spiegato una fonte della Afp da consiglieri stranieri, fra cui alcuni della Bbc.

Costretto a un parziale dietrofront, il governo di larghe intese greco paga le conseguenze di quella che appare a tutti gli effetti una decisione affrettata, dettata dalla necessità di consegnare ai rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione europea e Banca centrale europea) la lista dei primi 2.000 dipendenti statali da licenziare. Una decisione che, oltre alle proteste, ha provocato un grave danno all'immagine internazionale di Atene e l'immediata reazione di coloro che sarebbero anche pronti a sostenere una riforma profonda della televisione pubblica ma non in forma così drastica.

"Sei finito, signor Samaras. Hai imbarazzato il Paese a livello internazionale. Sei disperato e solo", ha detto in serata Alexis Tsipras, leader di Syriza, partito di sinistra all’opposizione, manifestando fuori dal Parlamento davanti a migliaia di persone e chiedendo le elezioni anticipate.