Roma, 15 novembre 2012 - Riprendono a soffiare venti di guerra sul Medio Oriente, con l'area di Tel Aviv raggiunta per la prima volta da un missile (non accadeva dal '91, prima guerra del Golfo), con tre civili israeliani morti a Kiryat Malakhi dopo l'esplosione di un razzo, e  con la Striscia di Gaza - dopo i 16 morti in 24 ore tra cui una donna incinta, almeno due bambini il capo del braccio militare di Hamas, Ahmed al Jabari e altri tre stasera - di nuovo al centro della controfensiva israeliana. Oggi c'è stata infatti un'escalation di lanci di razzi verso Israele e di raid di rappresaglia dell'esercito con la stella di David che ha già autorizzato il richiamo di 30.000 riservisti. All'orizzonte, c'è lo spettro di un bis di 'Piombo Fuso', l'operazione militare di Israele su Gaza a cavallo tra 2009 e 2012: 3 settimane e oltre 1.400 morti palestinesi.

CONTESTO IN TENSIONE - L'aumento a 75 km della gittata dei missili in mano alla Jihad Islamica, che ha rivendicato il lancio finito su Jaffa, la città araba gemella a 15 km da Tel Aviv, modifica pesantemente il quadro della crisi. "Abbiamo ampliato l'estensione della battaglia per raggiungere Tel Aviv", recita un comunicato diffuso dal gruppo ultra-radicale, "e quello che sta per arrivare", è il monito del prossimo missile, "sarà ancora maggiore". Nella nota si precisa che si tratta di un 'Fajr-5', razzo d'artiglieria progettato e fabbricato interamente in Iran. Se "l'aggressione di Israele continua è chiaro che le brigate al Qassam e Hamas attaccheranno gli israeliani, i soldati e i politici. Una pioggia di razzi si riverserà su di loro": lo ha affermato uno dei principali portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, citato dall'iraniana Press Tv.

'PILASTRO DI NUVOLA' - Immediata la risposta di Israele che ha lanciato "nuovi raid aerei contro il centro della città di Gaza", come riferisce l'inviato dell'emittente al-Jazeera precisando che gli attacchi sono ancora in corso. L'operazione - il cui nome è stato scelto dall'apposito computer dell'esercito israeliano - si chiama 'Pilastro di nuvola' e si riferisce alle peregrinazioni del popolo ebraico nel Sinai. Secondo la narrazione biblica in quella circostanza il popolo ebraico - appena fuggito dalla schiavitù d'Egitto e poco pratico della geografia dei luoghi - fu accompagnato nei suoi spostamenti da due misteriosi 'pilastri' ('amud', in ebraico): uno, diurno, fatto di nuvole ('anan'); e l'altro, notturno, fatto di fuoco ('esh'). La contabilità delle esplosioni dice che in 24 ore 274 missili sono caduti su Israele e che 250 siti palestinesi sono stati colpiti.  

BERSAGLI PALESTINESI - I caccia e i droni israeliani hanno bersagliato per tutta la notte obiettivi palestinesi, depositi di armi e covi di Hamas. Una campagna aerea intensa come non accadeva da tempo. I miliziani delle Brigate al-Qassam hanno reagito lanciando decine di razzi verso il deserto del Negev: la metà sono stati intercettati dallo scudo anti-missile Iron Dome, ma qualcuno è arrivato a bersaglio. Come quello che ha colpito un palazzo di appartamenti a Kiryat Malakhi, facendo appunto tre morti. O, peggio, come quelli di fabbricazione iraniana sparati contro Tel Aviv, che non hanno fatto morti ma dimostrato che la fascia più popolata del Paese è in costante pericolo. 

ALTRE VITTIME - Altri tre cittadini palestinesi sono morti questa sera a seguito delle incursioni dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, hanno riferito fonti sanitarie. L’aviazione israeliana ha annunciato di avere appena colpito circa 70 obiettivi nella Striscia di Gaza nell’arco di un’ora di bombardamenti.
 

AFFLATO UNITARIO -  A due mesi dalle elezioni politiche israeliane, la destra di governo e l'opposizione di centro-sinistra si ricompattano in clima di guerra, d'accordo - con pochissime eccezioni - sull'offensiva in corso contro la Striscia di Gaza. Tanto da sospendere la campagna elettorale appena iniziata e prendere una pausa, per puntare invece i riflettori sull'azione dell'esercito impegnato, dopo settimane di razzi piovuti da Gaza, a tentare di neutralizzare gli uomini e le installazioni di Hamas e delle altre fazioni palestinesi. La stampa israeliana piu' critica verso il Likud di Benyamin Netanyahu ipotizza una qualche connessione tra gli interessi elettorali del governo e il timing dell'operazione militare, ma fonti diplomatiche negano recisamente. E fanno notare che l'offensiva 'Piombo Fuso', di ben altre proporzioni finora, fu ordinata in analoghe circostanze pre-voto ''da un governo di centro-sinistra'', mentre quella in corso è frutto della decisione di ''un governo di centro-destra''.

ABU MAZEN A RAMALLAH - Dal Sudan si è fatto sentire Khaled Meshaal, capo del politburo di Hamas: "Israele ha i giorni contati". Ma Israele minaccia: "E' solo l'inizio, faremo quel che è necessario per riportare la quiete nel sud". Il presidente dell'Anp, Abu Mazen, ha sospeso un tour in Europa ed è precipitosamente rientrato a Ramallah. La Russia protesta: raid "sproporzionati"; e l'Iran attacca, "terrorismo organizzato".

RUSPE IN ARRIVO - E mentre a Gaza, in uno sfoggio di retorica anti-Israele si sono celebrati i funerali del "martire" ucciso, sono chiuse le scuole in Israele del sud, nel raggio di 40 km dalla frontiere e chi vive a meno di 7 km non esce di casa. I caccia israeliani sorvolano Gaza, convogli di jeep militari e almeno due enormi camion con a bordo ruspe sono stati visti avanzare sul terreno: Israele, che ha già messo in preavviso i riservisti per la possibile offensiva terrestre su Gaza.

L'APPELLO DI OBAMA - Si attiva intanto la diplomazia per evitare il precipitare degli eventi. Dopo il Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunitosi d'urgenza, nella notte italiana il presidente Usa, Barack Obama, ha parlato con il premier, Benjamin Netanyahu, e il presidente egiziano, Mohamed Morsi: il presidente americano ha riaffermato il diritto di Israele di garantire la propria autodifesa dal lancio dei razzi dalla Striscia, ma ha anche chiesto a Netanyahu di evitare vittime civili.  Subito dopo il lancio del razzo su Jaffa, gli Stati Uniti hanno corretto il tiro (mediatico) e la Casa Bianca è tornata a puntare il dito contro Hamas, accusando l'organizzazione di essere responsabile dell'ennesima ondata di violenza che ha causato la reazione di Israele. Secondo il portavoce Jay Carney, "non esiste alcuna giustificazione" per l'operato del gruppo radicale al potere nell'enclave che, ha sottolineato lo stesso Carney, "non fa nulla per aiutare i palestinesi".

LA RABBIA DI MORSI - Allarmato, è sceso in campo anche il presidente egiziano Mohamed Morsi ("aggressione inaccettabile - ha detto -, siamo accanto al popolo palestinese), che ha chiesto agli Usa di intervenire. Per allentare gli attacchi israeliani domani Morsi spedirà a Gaza il premier Yasser Ali Kandil. Ieri Mursi ha richiamati l'ambasciatore egiziano in Israele e ha chiesto un incontro urgente della Lega Araba e delle Nazioni Unite per discutere dei raid israeliani sulla Striscia. La mossa va letta anche in chiave interna visto che oggi centinaia di cittadini egiziani hanno manifestato davanti alla sede della Lega Araba al Cairo per contestare i raid israeliani sulla Striscia di Gaza e manifestare la loro solidarietà nei confronti del popolo palestinese. I manifestanti hanno quindi chiesto ai governi arabi di mettere immediatamente fine all'aggressione israeliana in corso contro il territorio costiero assediato. Nel corso della manifestazione sono anche stati mostrati striscioni con le scritte ''Gaza non morirà'' e ''Non riconosceremo mai Israele''.

FRATELLI IN PIAZZA -  A guidare la manifestazione del Cairo gruppi e partiti islamici, tra cui i Fratelli Musulmani, i gruppi salafiti e sostenitori del movimento di resistenza Hamas che governa la Striscia di Gaza. Alla manifestazione hanno preso parte anche diversi gruppi non islamici, tra cui movimenti liberali e socialisti. Durante la protesta sono sventolate numerose bandiere palestinesi, siriane e di Hamas, mentre quelle di Stati Uniti e Israele sono state date alle fiamme. In piazza anche l'attivista e consigliere del presidente Mohammed Mursi, Ahmed Seif El-Dowla.

CONFINE SUD - Intanto un soldato israeliano è rimasto ferito stamani da colpi di arma da fuoco sparati dal territorio siriano durante scontri tra forze lealiste e ribelli. Lo ha riferito la tv panaraba saudita al Arabiya.