Parigi, 12 settembre 2012 - ESISTE un tesoro di Gheddafi sepolto nel deserto? Sono stati i servizi segreti francesi a uccidere il Raìs? È stato uno dei loro uomini infiltratosi nelle Brigate Rivoluzionarie a sparargli un colpo di pistola? E perché tanta fretta di eliminarlo, visto che era ormai definitivamente in trappola?

Le notizie che cominciano ad affiorare sulle circostanze della morte del Colonnello, ancora da verificare ma abbastanza credibili, aprono davanti ai nostri occhi uno scenario alla Kennedy: un dossier nero, in cui si mescolano segreti di Stato e complotti internazionali, trattative sotterranee e tradimenti ai vertici del potere. Riassumiamo: Gheddafi sarebbe stato venduto agli 007 francesi dal presidente siriano Assad, vittima di un vero e proprio ‘patto del diavolo’: da una parte la Francia aveva interesse all’eliminazioni fisica del dittatore per evitare che rivelasse, come aveva minacciato, particolari scabrosi su presunti finanziamenti (50 milioni di dollari) elargiti dalla Libia a Sarkozy per la campagna presidenziale del 2007. Dall’altra, Assad voleva che Parigi la smettesse di additarlo come massacratore del suo popolo e allentasse la pressione internazionale sul regime di Damasco.

A QUESTO scenario si arriva mettendo insieme vari elementi. Il primo è costituito da recenti dichiarazioni di Mahmoud Jibril, ex premier del governo transitorio libico: intervistato dalla tv egiziana ha detto che la morte di Gheddafi è stata decisa per soddisfare «la richiesta di alcune parti internazionali»: queste ultime volevano scongiurare il rischio che il colonnello rivelasse «questioni compromettenti». Gheddafi dunque sarebbe stato tolto di mezzo per proteggere qualcuno. Chi? «Non lo so: il Raìs era a conoscenza di molti segreti», ha risposto Jibril.

Più esplicite alcune fonti di Bengasi fra cui Rami El Obeidi, ex responsabile del Consiglio transitorio: «Gheddafi — ha detto — è stato ‘consegnato’ ai servizi segreti francesi dal presidente siriano Bashar Assad, che ha rivelato loro il numero del telefono satellitare del Raìs».

Ricordiamo i fatti: il dittatore di Tripoli venne individuato proprio grazie ai segnali emessi del suo satellitare Iridium. Il 20 ottobre 2011 aerei militari francesi attaccarono il suo convoglio mentre cercava di scappare da Sirte. Catturato vivo, pestato a sangue e ferito, Gheddafi venne ucciso con un colpo di pistola: la Francia, primo paese a lanciare raid aerei contro la Libia, voleva farla finita con il Raìs, e in fretta.

Altro elemento: Chabane Ben Omrane, l’uomo che si vantò di aver ucciso Gheddafi e che si fece fotografare con in pugno la pistola d’oro del dittatore, è scomparso a sua volta, in circostanze poco chiare: gravemente ferito in Libia nel luglio scorso, è stato trasferito all’American Hospital di Parigi, dov’è morto pochi giorni fa. Intanto, altro scenario da giallo, si sta dando la caccia alle immense quantità d’oro che Gheddafi avrebbe nascosto nel deserto libico: una fortuna incalcolabile sepolta chissà dove. A rivelarne l’esistenza, sotto interrogatorio, il capo dei servizi segreti del Raìs, Abdullah Senussi, Solo uno dei figli di Gheddafi e alcuni ex dirigenti conoscevano le coordinate. Ma sono tutti morti.

di Giovanni Serafini