Bogotà, 5 novembre 2011 - I soldati colombiani hanno ucciso in uno scontro a fuoco Alfonso Cano, capo militare delle Farc, il gruppo di estrema sinistra che dal 1964 insanguina il Paese sudamericano.

 

Si tratta di un grande successo per il governo del presidente Juan Manuel Santos, festeggiato con caroselli in molte città. Cano, 63 anni, è morto nel corso di un’operazione dell’esercito nella regione sud-occidentale di Cauca, ha riferito il ministro della Difesa, Juan Carlos Pinzon che ha definito la sua uccisione “il colpo più devastante mai subito” dai guerriglieri. C’è stato prima un bombardamento contro una postazione delle Farc in cui sono rimasti uccisi diversi ribelli, poi da un elicottero sono scesi alcuni militari per ispezionare la zona e si sono imbattuti in Cano, su cui pendeva una taglia di 3,7 milioni di dollari. Il capo guerrigliero ha aperto il fuoco ed è morto nella sparatoria.

 

Le foto del cadavere di Cano, con la consueta barba rasata via, sono state trasmesse in tv. E’ improbabile che la sua morte metta rapidamente fine alla guerriglia alimentata con i proventi del narcotraffico, ma potrebbe rendere più difficile il coordinamento degli attentati e dei sequestri che hanno reso tristemente famose le Farc. Il ministro della Difesa Santos ha lanciato un monito a ogni singolo guerrigliero: “Smobilitate o finirete in una cella o in una tomba, raggiungeremo la pace”.

 

Cano era alla guida delle Farc, il più grande gruppo guerrigliero della Colombia che sostiene di battersi xcontro le ineguaglianze del Paese , dal 2008, in seguito alla morte del fondatore Manuel “Sureshot” Marulanda. Figlio di un agronomo e di un’insegnante, era approdato alla politica all’università diventando leader dell’ala giovanile del Partito comunista. Arrestato nel 1981 era stato rilasciato nell’ambito di un’iniziativa di distensione del governo di Belisario Betancur. E’ considerato il regista del traffico di cocaina verso gli Stati Uniti con cui le Farc si finanziano e l’organizzatore di decine di sequestri e massacri.