Oslo, 22 luglio 2011 - Almeno ottanta morti. E' questo, secondo la polizia, il bilancio della sparatoria avvenuta in un campo estivo del partito laburista norvegese (ovvero il partito del primo ministro Jens Stoltenberg) sull’isola di Utoya, su un lago a ovest di Oslo. La sparatoria è avvenuta poco dopo che la capitale veniva sconvolta dall’attentato a un complesso di edifici ministeriali e alla sede del tabloid VG nel centro della città.

 

La polizia ha arrestato un sospetto e ha proceduto a bonificare l'area, temendo potessero esserci ordigni. In serata, in effetti, sull'isola è stato trovato un quantitativo di esplosivo non utilizzato.

 

UN ARRESTO - L'uomo arrestato ha circa 30 anni, è alto 1 metro e 90 ed è norvegese. Secondo quanto riferito dall’emittente satellitare britannica SkyNews, era armato di una pistola e di un fucile automatico ed è ritenuto l'autore della strage. Per la polizia - riferisce il network - potrebbe aver agito da solo e sarebbe stato visto aggirarsi anche sul luogo dell’attentato di Oslo. Per raggiungere Utoya dalla capitale bastano circa 30 minuti e il fatto che la sparatoria sia avvenuta circa 90 minuti dopo l’attentato potrebbe confermare questa ipotesi, secondo gli inquirenti.

 

L'ASSALTO - La polizia non esclude che i due attacchi potrebbero essere opera della stessa mano, ma - secondo l’agenzia di stampa Ntb - non pensa che dietro ci sia una matrice terroristica internazionale. Secondo ‘Nationen’, gli investigatori credono si sia trattato di un attacco all’attuale sistema politico nazionale.

 

Il primo ministro Jens Stoltenberg, avrebbe dovuto partecipare all'incontro. Il campo è gestito dall’organizzazione giovanile del partito, la AUF. Alla riunione erano presenti circa 650 giovani attivisti del partito laburista (Arbeider Partiet). Nel primo pomeriggio era intervenuta Gro Harlem Brundtland, che è stata a capo del governo per tre volte tra il 1981 ed il 1996.

 

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