NEW YORK, 25 marzo 2011-  Theo da New York ha inviato a Mag, che vive in Sri Lanka, 1000 dollari sul suo cellulare. Per il momento sono soldi "virtuali" perchè il programma è ancora in via di sperimentazione, ma quando sarà attivo “Mdg Pay” permetterà il trasferimento immediato di denaro da un capo all’altro della terra utilizzando semplicemente un cellulare. I soldi poi si ritirano in una delle banche che aderirà al progetto, pagando una commissione nettamente inferiore a quella degli attuali bonifici. “Non è necessario un iphone, ma un semplicissimo telefono e non occorre più aspettare settimane per i trasferimenti bancari. Questo programma- spiega l’ideatore Theo Cosmora, che lavora per l’associazione People Foundation- risolverà molti problemi a chi vive in aree svantaggiate”.


Eunhee Jung invece per il ridurre il gap tra gli studenti dei Paesi Ricchi e quelli in Via di sviluppo ha applicato le nuove tecnologie al campo dell’istruzione. “All’interno della scuola per cui lavoro (la International Virtual Schooling)-spiega- abbiamo sviluppato un network che permette di mettere in contatto e far studiare insieme studenti americani con coetanei, ad esempio, che vivono a Panama. Così gli studenti di aree remote possono usufruire dei metodi di insegnamento utilizzati negli Stati Uniti e lo stesso vale per i ragazzi americani. E’ un modo per crescere insieme e imparare a capirsi”.


Quelli di Cosmora e Jung sono solo due dei numerosi progetti presentanti al Palazzo di Vetro in occasione del Forum “Infopoverty World Conference” , che ha visto anche quest’anno l’Italia assoluta protagonista. Una due giorni, con video conferenze da Milano, Parigi e Peru, in cui si è discusso dell’uso delle nuove tecnologie come strumenti per favorire i Paesi poveri. Secondo i dati elaborati dall’OCCAM (l’Osservatiorio sulla Comunicazione creato dall’Unesco nel 1997 con sede mondiale a Milano), 5,3 miliardi di persone possiedono un telefono e il 73% di esse vive nelle aree più svantaggiate del Pianete. Rispetto al 2000, anche la popolazione mondiale con accesso a internet è raddoppiata. “Questi dati ci dimostrano che i tempi sono maturi per puntare sulle applicazioni dell’Information and Communication Tecnologies (ICT) e che queste saranno fondamentali per raggiungere gli Obiettivi del Millennio 2015”, spiega Pierpaolo Saporito, presidente di OCCAM, fondatore insieme al Parlamento Europeo e le Nazioni Unite di Infopoverty.


Quest’anno
, l’apporto italiano al dibattito ha riguardato soprattutto la Telemedicina, cioè una serie di tecniche mediche e informatiche che permettono di fornire servizi sanitari a distanza. “Questa è una rivoluzione per la cura di molte malattie nei Paesi in via di sviluppo. Siamo stati in grado di approntare dei veri e propri laboratori, come quelli che abbiamo, ad esempio, in Italia. Non è un discorso nuovo, ma oggi ci sono tutte le strumentazioni per mettere in pratica questo progetto. I dottori europei, americani possono controllare molti referti medici che vengono inviati dai Paesi Africani. Sui valori presenti nella cartella di un paziente si possono condurre ulteriori analisi attraverso strumentazioni che non sono presenti in quelle aree. Oppure a volte si tratta semplicemente di un secondo parere che forniamo ai medici che si trovano ad operare in situazioni difficili”.


Stefano Cacciaguerra,
primo Consigliore della Missione Italiana all’Onu è entusiasta. “Ogni anno che passa- spiega- il Forum di Infopoverty si arricchisce di partecipanti e proposte fondamentali per l’innovazione. Anche io sono convinto che le nuove tecnologie ci aiuteranno a fare passi avanti riguardo gli Obiettivi del Millennio 2015, sia nell’ambito della lotta alla povertà, ma anche in quello che riguarda il ruolo della donna nel mondo”.


Per raggiungere questi traguardi pero’ secondo Saporito deve “cambiare l’approccio e la mentalità delle aziende”. “Tutti i programmi della ICT sono vecchi-spiega- E’ importante avere nuovi progetti in cantiere, ma altrettanto fondamentale è rivedere quelli esistenti. Noi siamo pronti, ma le industrie ad esempio sono ancora arrettrate, perchè non considerano questi progetti una fonte esauriente di profitto. Ci dobbiamo chiedere, infine, che direzione sta prendendo lo sviluppo tecnologico, per poterlo pilotare, prima che questo piloti noi”. La battaglia è ancora lunga, ma come ha affermato un ricercatore senegalese presente al Forum “le nuove tecnologie saranno l’arma vincente contro la povertà”