Roma, 30 dicembre 2010 - In attesa della decisione ufficiale del presidente brasiliano Lula da Silva di non concedere l'estradizione all'ex terrorista Cesare Battisti, in Italia la politica e la società civile si mobilita. Almeno quattro ministri del governo Berlusconi parlano di mettere in atto una sorta di boicottaggio, mentre il pm milanese Armando Spataro parla di offesa al nostro sistema e un ministro del governo brasiliano si dice sicuro che Berlusconi non farà polemiche.

IGNAZIO LA RUSSA - "Nessuno pensi che il ‘no' all’estradizione di Cesare Battisti sia senza conseguenze. Io lo riterrei una grande ferita nei rapporti bilaterali", dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in un’intervista al ‘Corriere della Serà. "L’azione diplomatica - ha aggiunto - non compete a me. Però porrò una questione al governo. E almeno altri quattro ministri hanno la stessa intenzione: a partire da Giorgia Meloni, ministro della Gioventù e presidente della Giovane Italia. Per quanto mi riguarda poi io sono pronto a prendere altre iniziative".


"Smetterò di fare il pompiere
come ho fatto finora con quei parlamentari, molti mi stanno chiamando in queste ore anche non del Pdl, che intendono scendere in piazza rispondendo all’appello di Alberto Torreggiani a cui Battisti ha ucciso il padre", sottolinea La Russ, che si dice pronto anche ad "appoggiare iniziative che arrivano al boicottaggio. Come minimo richiamerei i tre ufficiali che sono impegnati nel progetto di cooperazione relativo all’Amx, il bombardiere senza bombe. E chiederò loro se se la sentono di restare in un Paese dove in autobus potresti ritrovarti di fronte a un assassino".

LA STIZZA DI LULA -  Il presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva, non teme una rappresaglia del governo italiano se, come sembra ormai intenzionato a fare, non permetterà il rimpatrio di Cesare Battisti. Il presidente brasiliano ha reagito quasi infastidito a una domanda dei giornalisti sulla questione: "Non esiste una rappresaglia dell’Italia. Il Brasile è sovrano. Chi farà una rappresaglia? Abbiamo già raggiunto la maggior età, ognuno fa quello che vuole. Il Brasile prende la decisione che desidera. Quanto è l’Italia a farlo, prende la decisione che vuole. Noi rispetteremo sempre una decisione sovrana di un’altra nazione", secondo quanto scrive il quotidiano A Tarde on Line.

 

IL SENATORE SUPLICY - Secondo Eduardo Suplicy, senatore brasiliano del Pt, il partito di Lula, il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi non farà polemiche con il Brasile se verrà garantito lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti. In una intervista al Riformista, Suplicy, che ha seguito da vicino il caso, afferma: "Ci sono numerose argomentazioni a sostegno del rifugio di Battisti. Lula ha trattato la questione con molta delicatezza e cautela. E Berlusconi ha già garantito al presidente brasiliano che rispetterà la sua decisione. Il premier - precisa il senatore - ha detto a Lula che, qualunque sia la decisione brasiliana, non monterà una polemica sul caso. Quando Lula e Berlusconi hanno parlato della questione, era presente Carvalho, il capo di gabinetto del governo uscente. Me lo ha confermato Carvalho stesso".

E LA SMENTITA - Silvio Berlusconi, ha sempre sostenuto la necessità dell’estradizione di Cesare Battisti dal Brasile: lo precisa una nota di Palazzo Chigi che smentisce le dichiarazioni del senatore del partito di Lula Eduardo Suplicy. "Sono destituite di ogni fondamento - si legge nel comunicato - le indiscrezioni di un senatore brasiliano circa presunte garanzie fornite dal Presidente Berlusconi al Presidente Lula sul caso Battisti. In particolare, mai in nessun incontro fra i due leader il Presidente Berlusconi ha mostrato sottovalutazione per la vicenda dell’estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall’Italia a ogni livello perché Cesare Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana. L’ultimo atto ufficiale di una lunga serie in questo senso è stata la convocazione, il 21 dicembre scorso a Palazzo Chigi, dell’ambasciatore del Brasile a Roma, José Viegas Filho, da parte del Sottosegretario Letta”.

LA LETTERA DEL PD - Il Partito democratico rivolge un appello al presidente brasiliano Lula affinché non conceda asilo a Cesare Battisti. “Ci rivolgiamo al presidente del Brasile Lula, che, come dirigenti del Partito democratico e militanti da sempre del fronte progressista in Italia, abbiamo sempre apprezzato e sostenuto”, scrivono Piero Fassino, Emanuele Fiano e Andrea Orlando, in una lettera all`Ambasciatore brasiliano a Roma Josè Viegas Filho.

"Mentre prosegue l`assordante silenzio del nostro governo - affermano - ci rivolgiamo a Lula, uomo di sinistra, perché pensiamo che nessun principio garantista e nessuna salvaguardia dei diritti universali dell`uomo può giustificare l`eventuale non concessione dell`estradizione per il terrorista Cesare Battisti, condannato in Italia all`ergastolo per quattro omicidi compiuti negli anni di piombo. In Italia esiste un ordinamento che prevede tre gradi di giudizio, garantisce il diritto alla difesa, assicura il pieno rispetto delle garanzie della persona, anche quando questa è giudicata in contumacia”.

ARMANDO SPATARO - "Se non dovesse essere concessa l’estradizione a Cesare Battisti sarebbe una beffa e un’offesa per il nostro sistema. Una beffa perchè c’è chi aspetta dal ‘79 che Battisti sconti la pena. Un’offesa perché il nostro sistema può vantare di aver giudicato i terroristi nelle aule giudiziarie e non negli staddi o nelle piazze. Anche la Corte di Strasburgo ha confermato la correttezza della giustizia italiana”,  ha detto Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano al Tg La 7 a proposito della decisione del presidente brasiliano uscente, Lula, sull’estradizione dell’ex terrorista.

FABRIZIO CICCHITTO - "Il fatto che in Italia esista l’istituto dell’ergastolo non può essere da alibi a Lula per dare l’asilo politico a un criminale conclamato, responsabile di omicidi e di violenza terroristica”, sostiene in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. “Il Brasile - prosegue - non può pensare che un gesto di ostilità simile non produca effetti concreti nelle relazioni tra i due Stati”.

IL MINISTRO FRATTINI - "Il Governo italiano si riserva, sulla base della decisione del Presidente brasiliano Lula, di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano". È quanto afferma il ministro degli Esteri Franco Frattini in una nota diffusa dalla Farnesina, nell'imminenza della decisione del presidente uscente del Brasile, Inacio Lula da Silva, sull'estradizione di Cesare Battisti.

"In relazione alla vicenda concernente la richiesta di estradizione in Italia di Cesare Battisti - si legge nella nota - il ministro Frattini non si esprimerà pubblicamente se non successivamente al previsto annuncio della decisione del Presidente Lula, circa la quale è peraltro prevista una presa di posizione ufficiale della Presidenza del Consiglio.

Comunque, prosegue il comunicato, "si tiene a ricordare che negli ultimi due anni il ministro degli Esteri Frattini ha direttamente e personalmente sollevato ad ogni possibile occasione di incontro con le autorità brasiliane il caso Battisti rappresentando la forte aspettativa del governo italiano affinché quest'ultimo possa essere estradato in Italia, in ottemperanza anche alla sentenza del Tribunale Supremo brasiliano del novembre 2009, che ha negato l'esistenza dei presupposti per la concessione dello status di rifugiato a Cesare Battisti".

Nella nota la Farnesina sottolinea infine che "numerosi e costanti passi sono stati svolti, su istruzioni del Ministro Frattini in raccordo con la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Repubblica, presso le più alte cariche istituzionali brasiliane anche dall'ambasciatore italiano a Brasilia".