{{IMG_SX}}Washington, 17 maggio 2008 - Quando a Barack Obama arrivò l'endorsement di Edward Moore 'Ted' Kennedy, tutti capirono la svolta simbolica imposta alla corsa tra il senatore nero e Hillary Clinton per la nomination democratica. Su Obama si stendeva in l'ala protettiva della leggendaria famiglia americana, dinastia reale in un Paese che i 'rè li ha nominati sul campo, da John Fitzgerald a Elvis.

 

Ted Kennedy, fratello di John e Bob, è il più giovane dei nove figli dell'irlandese Joseph e di Rose Fitzgerald.
Settantasei anni, tre figli -dei quali uno, Patrick, ha intrapreso la carriera di deputato- divenne senatore del Massachusetts nel 1962, occupando il posto che John aveva lasciato per ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti. Sempre rieletto al Senato, ha incarnato l'anima più progressista dei Democratici nei temi dell'immigrazione, del controllo delle armi, dei matrimoni omosessuali, e del salario minimo ai meno abbienti. Sull'aborto, invece, ha manifestato una sostanziale opposizione alla sua legalizzazione pur dicendosi comprensivo delle ragioni di chi abortisce.

 

Nonostante le posizioni sempre nette, o forse grazie a queste, si è conquistato la fama di mediatore tra le anime dell'Asinello. Oggi è presidente al Senato della commissione Salute, Lavoro, Istruzione e Previdenza.
Nel 1980 si incamminò lungo la strada di John e Bob -dei cui tredici figli ebbe la tutela quando i due fratelli furono uccisi- correndo per la nomination presidenziale. Ebbe meno fortuna dei due poichè la gara fu vinta Jimmy Carter. Sul suo fallimento di Ted aveva pesato il non dimenticato incidente del 1969 a Chappaquiddick Island, quando la sua auto finì giù da un ponte e sprofondò nell'acqua. Con il senatore c'era una sua assistente, Mary Jo Kopechne, che annegò. Ted Kennedy, che chiamò la polizia solo il giorno dopo l'incidente, ha sempre detto di aver cercato di salvare la ragazza ma un tribunale lo condannò a due mesi di carcere, con sentenza sospesa, per omissione di soccorso.