{{IMG_SX}}Santiago del Cile, 18 marzo 2008 - Il golpe cileno dell'11 settembre 1973, che segnò l'inizio della dittatura del generale Augusto Pinochet, ebbe l'effetto di far emergere una risposta forte ed univoca dei partiti italiani formatisi nella lotta al regime fascista. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel brindisi letto ieri sera (quando in Italia era notte fonda) durante il pranzo di Stato offerto in suo onore dalla presidente cilena Michelle Bachelet.


Quel giorno, ha rievocato Napolitano, "L'Italia inorridì di fronte alla barbara repressione che aprì la strada alla dittatura". Con lo stesso spirito di solidarietà, anni dopo, "gioì per il ritorno del Cile tra le nazioni democratiche".

 
Nel '73, dopo la defenestrazione del governo democratico e l'eliminazione del presidente Salvador Allende, «l'Italia si mobilitò a sostegno della causa della libertà e dei diritti umani in Cile, e per l'accoglienza dei profughi cileni». Quella «resta una delle pagine migliori nella storia della Repubblica italiana, per la capacità di tutte le nostre forze politiche di tradizione antifascista e di comune sentire costituzionale - fossero esse forze di governo o di opposizione - di unirsi in uno stesso slancio, in una molteplice condivisa azione di solidarietà».


Poco prima di giungere al palazzo della Moneda per il pranzo, Napolitano si era recato ad inaugurare la mostra «La collezione della Farnesina», che raccoglie una serie di capolavori dell'arte contemporanea.