Governo Meloni, dal voto di fiducia alla manovra: date e scadenze del nuovo esecutivo

Quali sono i prossimi passaggi istituzionali. Prima questione: prorogare il decreto Aiuti ter

Roma, 22 ottobre 2022 - Dopo le consultazioni lampo e l'incarico di Mattarella a Giorgia Meloni, il nuovo governo ha giurato oggi fedeltà alla Repubblica: sono passati appena 27 giorni dalle elezioni: quasi un record per l'Italia repubblicana (solo una volta il processo si era completato più velocemente). A volere tempi brevi è stato proprio dal Capo dello Stato vista la congiuntura internazionale e la scadenza della manovra finanziaria. Ma quali sono i prossimi passaggi istituzionali? Ecco l'iter. Giornata clou sarà il 25 ottobre, giorno in cui l'esecutivo che con il giuramento è già nella sua pienezza di poteri si presenterà in Parlamento per il voto di fiducia, senza il quale non potrebbe governare. 

Nuovo governo, le prossime tappe istituzionali
Nuovo governo, le prossime tappe istituzionali
  • 23 ottobre - A Palazzo Chigi ci sarà il passaggio delle consegne con Mario Draghi, la cosiddetta cerimonia della campanella. A seguire il primo Consiglio dei ministri.
  • 25 ottobre - Il Governo si presenta in Parlamento per la fiducia. Si comincia al mattino alla Camera. Qui Giorgia Meloni farà le sue dichiarazioni programmatiche. Al termine del discorso si sposterà al Senato per consegnare il testo dell'intervento a Montecitorio. Non è ancora chiaro se la fiducia in entrambi i rami del Parlamento arriverà nella stessa giornata o si articolerà in due giorni, con il voto al Senato il 26 ottobre. 
  • 26 ottobre - La Commissione Speciale costituita per l'esame dei provvedimenti, prima che vengano istituite le Commissioni permanenti, comincerà a lavorare sul decreto legge Aiuti Ter il cui approdo in Aula è previsto per il 7 novembre.
  • Dal 27 ottobre - Delineati con il primo voto di fiducia in entrambe le Camere i perimetri della maggioranza parlamentare, si costituiscono le Commissioni permanenti. Nella settimana che parte il 7 novembre i presidenti di Camera e Senato potrebbero convocarle perché eleggano i rispettivi presidenti.

Gli step per la manovra finanziaria

La Legge di bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre 2022, pena l'esercizio provvisorio. Fonti politiche osservano che se la manovra arrivasse agli inizi del prossimo mese l'iter sarebbe al sicuro, ma se venisse presentata a fine novembre ci sarebbe il rischio reale di non riuscire ad approvarla entro i tempi dovuti.

La manovra deve approdare prima in Consiglio dei ministri, poi alle Camere, poi il Dpb (Documento di programmazione economica) aggiornato andrebbe notificato alla Commissione Ue e all'Upb. Tutti passaggi che richiedono tempi tecnici per dispiegarsi, augurandosi che Bruxelles non solleciti modifiche.

Gioca però a favore del governo il temporaneo stop del Patto di Stabilità, il che vuol dire che Roma potrebbe ignorare eventuali moniti Ue senza incorrere in procedure (ma certo inizierebbe il confronto politico con il piede sbagliato).

Altra variabile temporale sul tavolo è l'esame di Camera e Senato: negli anni passati si è assistito anche a sessioni di Bilancio praticamente 'monocamerali', con l'esame delle modifiche concentrato ad una sola Camera per accelerare l'iter, ma - osservano fonti parlamentari - non sarebbe un buona partenza per il primo provvedimento di un governo neoeletto.

Sul fronte risorse, il governo Meloni non troverà le casse a secco, tutt'altro, visto che l'esecutivo Draghi lascerebbe un tesoretto complessivo di circa 20 mld (tra deficit 2022 migliore delle attese di 0,5 punti ed extra gettito): di questi almeno 10 servono per prorogare le misure contro il caro bolletta del dl Aiuti Ter e la restante parte per la manovra e dunque gli interventi del 2023. UUna dote cospicua in realtà ma non sufficiente se il nuovo esecutivo volesse dar seguito ai cavalli di battaglia della campagna elettorale, dalla riforma delle pensioni con quota 41 alla flat tax. 

Un primo passaggio sarà avere l'ok del Parlamento per sbloccare questi fondi. Poi ci saranno da integrare la Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) e il Dpb (Documento programmatico di bilancio) con il quadro programmatico (il governo Draghi ha indicato solo il tendenziale). A quel punto dovrà essere presentata la legge di Bilancio, che poi passerà alle varie letture delle Camere. La definitiva deve avvenire entro il 31 dicembre.