Governo Meloni, Cencelli spiega come sarà

Il papà del famoso manuale svela regole e segreti. La premier li seguirà?

Massimiliano Cencelli, padre del famoso manuale

Massimiliano Cencelli, padre del famoso manuale

“Ma come si può dire, oggi, come la Meloni farà, e con quale "bilancino", il suo nuovo governo? E’ troppo presto! Mancano ancora troppi nomi e incastri!”. Massimiliano Cencelli, autore dell’omonimo manuale, prova a schermirsi, non vorrebbe dare interviste, ma alla fine, insistendo, ci parla qui.

Cencelli, il governo Meloni sarà col bilancino? “E’ tutto in aria. Bisogna aspettare. La Meloni l’ho conosciuta, mi sembra una donna in gamba. Conosco bene Guido Crosetto, è di Cuneo, e il mio capo corrente, Adolfo Sarti, era di Cuneo. E’ uno bravo e preparato. Merita un bel ministero”.

Ma le regole del manuale saranno rispettate? “E’ tutto in aria, glielo ripeto. Il mio manuale è vecchio e sono vecchio pure io. Con la politica potevo arricchirmi, ma non ho mai voluto farlo. Ai miei tempi, quando ho scritto il manuale, le correnti della Dc litigavano come pazzi per ore. Io proposi una soluzione pratica: facciamo come nelle Spa, ci dividiamo le quote, e le percentuali, in base ai voti e al peso di ogni corrente interna. Rimasero tutti a bocca aperta e mi dissero di sì”.

E oggi? Quanti ministri spettano a Lega e FI? “Leggo, ma sui giornali, quattro a testa, si vedrà. Poi ci sono i tecnici. FdI dovrà fare dei sacrifici. Ma si può sempre far rinascere il ministero al Sud o al Mezzogiorno, quello al Turismo, far nascere quello del Mare… Così sono contenti pure loro”.

Salvini agli Interni: è legittimo che ci vada? “Ma guardi che, oggi, il dicastero degli Interni non vale nulla. E’ solo il ministero deputato a garantire l’ordine pubblico. Una volta aveva molte più competenze. Anche il Tesoro vale poco dato che una volta aveva, in pancia, la Cdp…”.

Tajani, invece, vuole andare agli Esteri… “In base al mio manuale, gli ex premier andavano agli Esteri, un ministero che non valeva nulla, era solo un pennacchio. Oggi è tutto cambiato…”.

Mattarella fa bene a "vistare" alcuni dicasteri? “Sergio lo conosco bene. E’ un uomo ligio, rispettoso delle prerogative costituzionali, un vero cattolico democratico. Farà valere tutte le sue prerogative, come è giusto sia, sui posti clou”.

Ma chi è, davvero, Massimiliano Cencelli? Romano "de Roma", figlio di un gentiluomo di sua Santità, Pio XII, nonché amico personale e sodale, nella Dc, di Alcide De Gasperi, Armando Cencelli, iscritto alla Dc a 18 anni, l’inventore del ‘manuale Cencelli’, ha 78 anni, “ma li porto bene: ho il femore rotto e vito con la pensione Inps”.

Cosa è il "manuale Cencelli"? Il Manuale Cencelli è un'espressione giornalistica riferita all'assegnazione di ruoli governativi ad esponenti di diversi partiti politici e correnti in proporzione al loro peso specifico. L'espressione nasce da Massimiliano Cencelli, un semplice funzionario della Dc che, poi, ne svelò la vera genesi: «Nel 1967, Sarti, con Cossiga e Taviani, fondò al la corrente dei ‘pontieri’, detta così perché doveva fare da ponte tra destra e sinistra. Ottenemmo il 12% e c'era da decidere gli incarichi in Direzione. Allora io proposi: se abbiamo il 12%, come nel cda di una Spa, gli incarichi vanno divisi in base alle azioni possedute. E così deve avvenire per incarichi di partito e governo, in base alle tessere. Sarti mi disse di lavorarci su. Io produssi il Manuale. Taviani mantenne l'Interno, Gaspari andò alle Poste, Cossiga alla Difesa, Sarti al Turismo. La cosa divenne di pubblico dominio perché in una crisi di governo, Sarti, che amava scherzare, disse così ai giornalisti: questo chiedetelo a Cencelli!”. Il Manuale Cencelli è passato indenne dalla I alla II Repubblica. Le copie del Manuale, scritte da Cencelli in forma anonima, sono diventate di pubblico dominio grazie al libro di un giornalista, Renato Venditti, “Il manuale Cencelli” (1981) e così diventò un cult per molteplici generazioni.