Manovra, reddito di cittadinanza: ecco come cambia. Le ultime novità

Impieghi stagionali: sarà possibile lavorare senza perdere l'assegno entro un tetto di 3mila euro all'anno

Roma, 29 novembre 2022 - Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di presentazione della legge di bilancio, era stata chiara: “Per chi è in condizione di lavorare, il Reddito di cittadinanza verrà abolito alla fine del 2023, prima ci sarà un periodo di transizione”. Dunque, in previsione di una riforma organica, dall’anno prossimo il sussidio cambia. Una stretta annunciata in campagna elettorale e che, al primo appuntamento utile, il governo mette in atto.

Reddito di cittadinanza (Ansa)
Reddito di cittadinanza (Ansa)

Certo, le ipotesi su come intervenire si rincorrono e i dettagli tecnici stanno subendo sempre nuove modifiche. Insomma, i contorni della riforma non sono ancora chiari, ma qualcosa inizia a delinearsi. Nell’ultima bozza della manovra che è circolata le novità sono numerose. Si va dalla possibilità di svolgere lavori stagionali senza perdere il sussidio alla decontribuzione totale per chi assume un percettore del reddito di cittadinanza. Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto la stretta voluta dal governo porta 734 milioni di euro di risparmi, frutto del taglio nei confronti dei beneficiari “occupabili”, ovvero tra i 18 e 59 anni, che percepiranno il reddito per otto mesi (in luogo delle attuali 18 rinnovabili), a patto di seguire un corso di formazione o riqualificazione professionale per sei mesi. In caso di mancata frequenza o di rifiuto della prima offerta di lavoro “congrua” si perde il diritto al sussidio. Inoltre, i percettori potranno stipulare contratti di lavoro stagionale o intermittente entro il limite di 3mila euro senza perdere l’assegno (con una maggior spesa a carico dello Stato di 42 milioni di euro).

Le novità riguardano 404mila famiglie mentre non cambierà niente per i non occupabili, e cioè percettori che fanno parte di nuclei con minorenni, persone con disabilità e anziani con almeno 60 anni (635mila nuclei). Il risparmio per le casse statali ammonta a 734 milioni di euro l’anno prossimo. Per quanto riguarda la decontribuzione, per i datori di lavoro che, tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2023, assumono a tempo indeterminato i percettori del reddito è previsto l’esonero del versamento dei contributi previdenziali per dodici mesi, nel limite di 6mila euro l’anno. Rimangono esclusi dall’agevolazione i rapporti di lavoro domestico. A partire invece dal 2024, il reddito di cittadinanza sarà completamente abolito per essere sostituito dal “Fondo per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva”, nel quale confluiranno i risparmi derivanti dall’abrogazione della misura. Risparmi che, nel 2024, si attesteranno a 8,78 miliardi di euro, dei quali 708 milioni saranno destinati al rafforzamento della dote dell’assegno unico. Il “Fondo” avrà così a disposizione oltre 8 miliardi all’anno (8,076 per la precisone nel 2024) per sostenere le famiglie che si trovano in condizione di povertà.

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